Rinviato il processo contro Gabriella Rizzo la responsabile dell’anticorruzzione della giunta Oliverio

Giovedì 27 Giugno 2019 18:00 di Redazione WebOggi.it

Rinviato il processo contro Gabriella Rizzo la responsabile dell’anticorruzzione della giunta Oliverio 

 

Continua a far discutere la figura dell’ex responsabile dell’anticorruzzione della regione calabria arrestata per corruzione ad Ottobre dell’anno scorso.

La dirigente Gabriella Rizzo, responsabile del settore turismo, era stata nominata dal presidente Oliverio a una delle funzioni più prestigiose della regione calabria ed ancora oggi non si hanno notizie se la regione si sia costituita nel processo contro la stessa , processo che tarda a iniziare. anzi è stato rinviato..

Quando fu arrestata Gabriella Rizzo, in una corposa conferenza stampa, vennero fatte sentire le intercettazioni della palese corruzione della dirigente regionale e proprio per il delicato ruolo che ricopriva tutti i media nazionali si interessarono al caso. 

Il processo è stato rimandato al 4 luglio  per tutti e cinque gli imputati coinvolti nell’inchiesta “E’ dovere”, scattata il 9 ottobre dell’anno passato , che ha portato le Fiamme Gialle all’esecuzione di due misure cautelari agli arresti domiciliari Maria Gabriella Rizzo, 57 anni, di Catanzaro, ex responsabile anticorruzione della Regione Calabria, l’imprenditrice Laura Miceli, 68 anni, di Spilinga (Vv), Antonio Tolomeo, 40 anni, di Catanzaro, componente la commissione incaricata alla vigilanza in relazione al “Finanziamento di Piani di investimenti produttivi” e Deborah Valente, 50 anni residente a Tropea (VV). 

 

Il gup del Tribunale di Catanzaro Teresa Guerrieri si è dichiarata incompatibile, perché coinvolta  nelle fase delle indagini, quindi gli atti devono essere rimandati al presidente di sezione che dovrà nominare un nuovo giudice per l’ udienza preliminare. Gli imputati, devono difendersi, dalle accuse di corruzione  e falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico.

 

Gabriella Rizzo in qualità di dirigente del settore dipartimento “Turismo, Beni culturali, Istruzione e Cultura, settore industria alberghiera” e Tolomeo dirigente di settore avrebbero compiuto, in più di un’occasione, atti contrari alla funzione pubblica per cui la Regione li paga  specificatamente.  Entrambi, nell’avviso pubblico della Regione relativo al“ Miglioramento e ampliamento delle strutture ricettive esistenti”, avrebbero scelto di adottare, secondo l’accusa, provvedimenti tesi alla liquidazione del Sal finale (Stato avanzamento lavori) in favore della Baia d’Ercole per un importo di 124.309,81 euro, mentre in relazione ad un altro bando, quello relativo a “Macchinari e Impianti”, Rizzo e Tolomeo avrebbero assicurato a Laura Miceli una costante consulenza finalizzata ad “istruire” l’imprenditrice sul contenuto della domanda di partecipazione e sulle modalità d’accesso.

L’ex responsabile dell’anticorruzione, inoltre, avrebbe offerto una costante assistenza personale e privata tanto alla Miceli quanto ai suoi familiari, titolari di imprese operanti nel settore turistico, per garantire loro i fondi connessi ad avvisi pubblici, impegnandosi, inoltre, a confezionare bandi “su misura”.

Per favori ricevuti dalla dirigente regionale, l’imprenditrice si sarebbe sdebitata garantendole soggiorni gratuiti in villaggi turistici o in hotel di sua proprietà dei suoi parenti, villaggi situati nel territorio Vibonese ma anche a Firenze, con pranzi gratuiti e numerose regalie, comprese le casse di vino pregiato.

Anche a Tolomeo sarebbe stato offerto, secondo l’accusa, un incarico professionale quale procuratore della Valentour srl di Deborah Valente, affittuaria di un ramo di azienda, gestore della ditta Baia d’Ercole e professionista incaricato della progettazione. Tolomeo, Miceli e Valente devono rispondere anche  di falsità ideologica commessa dal privato in atto pubblico. Secondo le l’accusa, Tolomeo e Valente pur sapendo che l’imprenditrice aveva già usufruito dei fondi pubblici in regime di de minimis, avrebbero sbarrato nella domanda di concorso la casella relativa alla mancata fruizione dei benefici, consentendo intenzionalmente a Miceli idi usufruire di ulteriori finanziamenti relativi al bando “macchinari e impianti”.


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