
Mediass Catanzaro: " E' l'ex commissario Ing. Scura il vero Don Abbondio non i calabresi"
Giovedì 17 Dicembre 2020 21:01 di Redazione WebOggi.it
"L’ex commissario al piano di rientro sanitario calabrese ing. Scura è intervenuto dando ai calabresi l’epiteto di essere tutti dei Don Abbondio cioè persone meschine e deboli in quanto incapaci di opporsi alla nomina del “poliziotto” Longo in qualità di nuovo commissario della sanità calabrese. Mettiamo pure che nelle sue dichiarazioni ci sia un fondo di verità in quanto ne i governatori, ne i sindaci (massime autorità in tema di sanitò locale), ne i sindacati medici e non, ne i parlamentari, ne gli ordini dei medici calabresi hanno avuto il coraggio di affrontare la grave ingiustizia dell’imposizione da parte dei governi nazionali alla Calabria dell’ormai ultradecennale piano di rientro sanitario. E come il vigliacco don Abbondio non ha avuto il coraggio di celebrare il matrimonio di Renzo e Lucia dopo le minacce dei bravi di Don Rodrigo così, secondo l’ing. Scura, i calabresi non hanno avuto il coraggio di fare una giusta battaglia contro il piano di rientro sanitario calabrese. L’ing. Scura inoltre ci dice che lui, sì, aveva capito tutto dei gravi problemi della sanità calabrese e che i commissari dopo di lui sono stati degli incapaci (sia quelli nominati che quelli ventilati e non nominati) e che lo sarà anche quest’ultimo “poliziotto” in carica Longo. Per rendere più chiaro il pensiero del commissario Scura basta citare le parole che ha detto quando alle otto del mattino nell’ottobre del 2017 ha ricevuto a palazzo Alemanno il consigliere comunale di Catanzaro Occhini Eugenio che gli aveva sottolineato il fatto che il piano di rientro sanitario calabrese era ingiusto e dannoso per la Calabria. Ecco l’ing Scura che parla: “E allora, vuole altri dati? Per esempio, quelli del Trentino, o del Veneto? Glieli fornisco io. Ma certo che è una truffa! Certo che la Calabria e il sud in generale è discriminato, sotto finanziato. E allora, cosa vuole? Che sia io a denunciare tutto questo? ... Io? Vuole che mi tolga la sedia da sotto il sedere? (in realtà, l’espressione fu molto più colorita, ndr). Io sono stato nominato commissario ad acta per la gestione del piano di rientro della regione Calabria dal ministro della sanità (Lorenzin, ndr), non spetta a me confutare la legittimità del piano. Fatelo voi Calabresi! Dove siete? Dov’è la Regione Calabria? Dove sono i vostri parlamentari? Si rivolga a loro! Che alzino il sedere (anche qui, espressione più colorita, ndr), dal loro comodo scranno parlamentare e si facciano sentire!!! …”. Più chiaro di così!!!. Allora vediamo un po’, l’ing. Scura sapeva che il vero problema della sanità calabrese (e di tutto il sud) è il suo ultra decennale sottofinanziamento di fronte al quale, anche chi come lui aveva capito tutto, niente avrebbe potuto fare. Infatti ci ha detto nelle sue dichiarazioni che i benefici della sua azione sulla sanità calabrese sarebbero arrivati dopo tre anni dal suo operato. Purtroppo per lui i tre anni sono passati e sia il deficit sanitario che quello delle cure fuori regione sono triplicati raggiungendo il primo i 160 milioni di euro e il secondo i 329 milioni e i LEA (livelli essenziali di assistenza) sono ancora deficitari. Ma l’ing. commissario Scura aveva capito anche un’altra cosa della sanità calabrese, di certo ancora più importante del suo sotto finanziamento, e cioè che nei due milioni di calabresi ci sono ben 287.000 malati cronici in più che non in altri due milioni di altri italiani. Il tutto certificato nel decreto a sua firma n. 103 del 30 settembre 2015 (a dimostrazione che aveva capito tutto e subito in quanto era stato nominato commissario solo pochi mesi prima) vidimato per come prevede il piano di rientro prima dal ministero dell’economia e poi da quello della salute, tutti quindi sapevano. In questo decreto nell’allegato n. 1 denominato “Profilo di salute della popolazione calabrese” si legge: “si sottolineano valori di prevalenza più elevati (almeno il 10%) rispetto al resto del paese per diverse patologie”. Questa affermazione è certificata da esaustive tabelle patologia per patologia dalle quale è stato facile calcolare il numero esatto dei 287.000 malati cronici in più presenti in Calabria rispetto al resto del paese e la percentuale che è del 14,5% e non del 10%. Quindi se la sanità calabrese è gravemente sotto finanziata per come riconosciuto dal commissario Scura all’interlocutore consigliere Occhini Eugenio ed in Calabria, proprio dove arrivano pochi fondi, ci sono molti più malati cronici cosa avrebbe dovuto fare l’ing. Scura dopo aver firmato il decreto n. 103 invece di dire: “Vuole che mi tolga la sedia da sotto il sedere?” (che gli fruttava bei soldini), comportandosi come Don Abbondio?. Sarebbe dovuto andare subito a Roma e affrontare prima il ministro dell’economia e poi quello della salute (come avrebbe dovuto fare Don Abbondio con Don Rodrigo) e chiedere che la sanità calabrese, ma di tutte le regioni d’Italia, fossero finanziate in base alla numerosità delle malattie presenti nelle diverse regioni e non con il criterio di riparto che da sempre ha penalizzato la Calabria e le regioni del sud. Avesse fatto questo sarebbero arrivati per la sanità calabrese almeno un centinaio di milioni in più ogni anno e allora si che nei tre anni successivi al suo operato non avremmo avuto più deficit e la Calabria sarebbe uscita dal piano di rientro. Infatti la conferenza Stato-Regioni nel 2017 ha fatto una parzialissima (per come detto dal suo presidente Bonaccini) modifica del riparto dei fondi sanitari in questo senso e per questo la Calabria ha ricevuto 29 milioni in più del 2016. Purtroppo l’esperimento non è stato ne ampliato ne ripetuto. Inoltre se Scura avesse fatto questo sarebbe stato in buona compagnia, infatti qualche anno prima perfino un ministro della salute on. Fazio aveva solennemente promesso che: “Entro due anni potremo ripartire il fondo sanitario in base al criterio della prevalenza della malattie e non più rispetto al parametro dell’età che è imperfetto e che penalizza regioni come la Campania e le altre regioni con un indice di vecchiaia basso (leggi anche Calabria)”. Tutto questo l’ing Scura avrebbe dovuto e potuto fare proprio per la sua posizione di potere di commissario se non fosse stato un Don Abbondio. Speriamo che il nuovo commissario Longo faccia proprio ciò che della sanità calabrese aveva capito il “maestro” Scura, tenga meno di lui alla “sedia sotto il sedere” e ai conseguenti emolumenti, sia meno Don Abbondio di Scura e vada a Roma a chiedere ciò che è dovuto ai malati calabresi ma che Scura non ha avuto il coraggio di chiedere e di ottenere".
Associazione MEDIASS medici di famiglia a Catanzaro