L'editoriale. Riaprono le scuole: e se va male di chi la colpa? E le famiglie (tante) sono giustamente preoccupate.

Domenica 29 Novembre 2020 00:11 di Redazione WebOggi.it

di ENZO COSENTINO

Allegria, allegria (avrebbe detto il popolare Mike): oggi tutti o quasi a scuola! Bambini, studenti vorranno (più) bene al loro Sindaco. Anche una parte di genitori è d’accordo sull’apertura, ma molte invece sono contrarie.

E il Covid che dice? Sorride, un sorriso befferado e pensa “ forse vi sarà pane per i miei virus”. Speriamo proprio di no, perché sarebbe una debacle. In gergo calcistico un autogol a firma congiunta Sindaco-ASP. Per Sergio Abramo una beffa per lui che è più portato a fare i gol. Il mio (e non solo) personale convincimento è che questa ordinanza il Sindaco del Capoluogo di Regione l’abbia dovuto fare per adempimento istituzionale dovuto. Chissà se l’ha presa ingoiando amaro perché non ha avuto supporti validi per “ordinare” il contrario”.  Altrimenti si sarebbe potuto esporre ad una impugnazione prefettizia per il “no” con rischio di vedersi addebitare il reato di “interruzione di pubblico servizio”.

L’ASP dal canto suo dopo le assunzioni di personale infermieristico, pianificazione territoriale per rapidi processi dei temponi, forse non se la è sentita di autorizzare il rinvio dell’apertura. L’Asp assicura che saranno osservate tutte le prevenzioni per evitare che il ritorno a scuola possa avere ripercussioni sui contagi. Ma attenzione che per eseguire  il tampone sui ragazzi è necessaria l’autorizzazione dei genitori. Tante parole, spesso incomprensibili specie per chi vive l’incubo della paura da Covid. Il Capoluogo, che contestualmente e forse incidentalmente alla nomina del nuovo Commissario ad acta per la sanità, ha avuto tolta la “bandierina rossa” sostituita da quella arancione cosa guadagnerà dalla apertura delle Scuole? Sicuramente poco anzi niente e le famiglie con figli scolarizzati ogni santo giorno da lunedì (oggi) si alzeranno con il patema d’animo, come lasciano intendere tutte le loro rappresentanze e singolarmente, come “andrà oggi ai nostri figli?”.

E nelle Scuole la didattica con quale stato d’animo di tutti gli operatori si svolgerà? La sensazione che si ricava, all’’esterno è che qualcuno (più di uno) a Roma e anche quaggiù pensa che riportando nelle aule scolastiche alunni e docenti possa salvare la Scuola come istituzione. E sbaglia!


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