La svolta del metodo omnichannel

Martedì 23 Novembre 2021 12:53 di Redazione WebOggi.it

Si sta parlando sempre di più, in ambito economico, del modello omnichannel. Una svolta dovuta soprattutto all'epoca che stiamo vivendo e che impone di essere presenti su più canali, integrati e collegati in maniera efficiente.

È questa la svolta del metodo multichannel, che attraverso la sinergia tra canali online e offline si propone di essere una strategia competitiva all'avanguardia, sia per quanto riguarda l'eCommerce sia per tutti i discorsi legati, ad esempio, al gambling.

Ma per sviluppare davvero questo approccio bisogna affrontare oggi una sfida di aggiornamento e di riforme, in maniera tale da eliminare la selva normativa e regolatoria che tanto a livello locale quanto nazionale blocca lo sviluppo del settore. Serve creare uniformità in materia di gioco, su tutto il territorio italiano, attraverso la formulazione di regole chiare, semplici, puntuali, che possano consentire di normare e istituzionalizzare il modello multichannel. Gli esperti sono d’accordo ad esempio sul primo passo da fare: formalizzare cosa sia possibile fare e cosa invece no all’interno dei Punti Vendita di Ricariche, stabilendo così modalità operative sicure.

È di questo parare Carmelo Mazza, CEO di OIA Services, che è intervenuto ai microfoni di Agimeg parlando proprio del multichannel e mettendo l’accento su come la regolazione debba tenere conto del modo in cui il mercato si è organizzato nel tempo rispetto al modello multichannel. Non avrebbe alcun senso, afferma, creare un modello multichannel ex novo, ovvero da capo, senza tenere conto del presente del mercato, delle sue offerte, dei suoi lati positivi. Così diventa fondamentale per il regolatore il dialogo con gli operatori e le loro associazioni.

E l’Italia, in questo senso, appare avvantaggiata. Nel nostro paese infatti il multichannel è avanzato e ha già attuato modalità operative, come nel caso dei casinò online, capaci di eliminare ambiguità e selezionare i comportamenti illegittimi. Anche perché l’altro grande obiettivo, nelle parole di Carmelo Mazza, è quello di essere ancora più inflessibili nei confronti del gioco illegale. E per farlo non serve per forza ripartire da zero, ma fare un’opera di identificazione delle aree grigie che possano essere utilizzate da chi fa gioco illegale.

Un discorso, questo, che si inserisce nel dialogo più generale della riforma del settore del gioco, un argomento su cui Mazza è ancora una volta d’accordo. A un patto però: non bisogna usare la regolazione per creare un nuovo settore dei giochi. Basta mettere ordine a un segmento economico che già esiste, e che anzi è un fiore all’occhiello.

 

 


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