
"Immergersi nel nuoto significa lasciare i pensieri a galla" storia del nuoto del capoluogo. ( Foto Gallery)
Martedì 09 Aprile 2019 17:26 di Adriana Guzzi
Lo sport è aggregazione e l'aggregazione salva, o meglio quella sana salva. In un tempo di alienazione sociale nella città di Catanzaro brilla un gruppo che sa di famiglia, e che trasmette in vasca e anche fuori i valori di una disciplina antica. Il nuoto, oltre che sport olimpico è un'attività ricreativa. La storia del nuoto trova le sue origini sin dall'antichità, oltre 7000 anni fa. Uno sport acquatico dalla storia ultra millenaria, viene inserito nel programma olimpico fin dai Giochi della I Olimpiade.
Vien da pensare al nuoto come una sorta di fuga da un mondo veloce e privo di contatti. Una sorta di immersione in cui i ragazzi trovano un contatto con un elemento fluido, in grado di favorire la salute, la longevità e il benessere fisico e psicologico.
"A livello fisico, il nuoto incide nello sviluppo dell'impalcatura ossea e dell' espansione della gabbia toracica, oltre che ad una buona educazione respiratoria. Nei miei lunghi anni di carriera ho avuto modo di ritrovare oltre che un luogo di lavoro sano, anche una casa" dichiara Cristian Luna, uno degli istruttori della Calabria Swim Race che ci parla del loro impegno con i ragazzi a livello umano "Grazie alla dedizione e l'impegno dei miei presidenti che da tutta una vita hanno sempre creduto in questa realtà, e hanno continuato, con forza e determinazione anche nei momenti buii per donare il sorriso alle persone che giorno dopo giorno trovano nel nuoto una sorta di "fuga dal mondo avverso" ove spesso la routine e la quotidianità colpiscono ragazzi e non solo."
Il nuoto come espressione e movimento di tutto il corpo, spesso una guarigione più che uno sport.
" La concentrazione,- continua Cristian- la sensazione soave di immergere la testa nelle profondità guardando dentro se stessi, metro dopo metro, vasca dopo vasca. Il nuoto è forse lo sport che più può paragonarsi, metaforicamente parlando, alla vita. Poiché anche se una virata, una gara, o semplicemente un esercizio può andare male, abbiamo sempre l'occasione di riemergere ritrovare noi stessi e riprovare. I ragazzi in piscina non trovano solo uno sport fenomenale dal punto di vista della salute. Ma trovano anche delle persone che condividono la loro stessa passione. Imparando ad aiutarsi l'uno con l'altro, a disciplinarsi in una corsia ed a creare legami puliti, poiché è proprio negli ambienti più puliti che la coscienza si lava, la rabbia, il dolore, l'ansia, tutte quelle emozioni negative che imprigionano la nostra felicità nello stesso istante in cui la testa va immolandosi nel diafano clima del nuoto cessano d'esistere. Il nuoto, i miei presidenti, i miei colleghi e le persone con le quali ho instaurato legami profondi, mi hanno insegnato che non esistono limiti, se non nella nostra testa. Che se anche quando riemergi il capo non hai trovato ciò che bramavi, altro non devi fare che prendere un profondo respiro. Recuparere le forze, immergere nuovamente la testa e lasciare ogni altra sensazione fuori. Ritentare. Fino a quando si ha la forza per fare ancora una bracciata."
E poi, quella fase importante, quella in cui i bambini lasciano i grandi per affidarsi all'acqua. Un momento simbolico per ogni genitore che vede in quel gesto una delle prime tappe verso l'indipendenza "Essere un istruttore è per me la più bella sensazione che esista, l'emozione che si prova nel vedere dei bambini che inizialmente ti vedono come un estraneo e che poi lentamente si fidano di te, pronunciano il tuo nome e ti vestono di una carica importante, seguirli in acqua, fin quando maturano e sono pronti a togliersi i braccioli facendoci trattenere il fiato e riempiendoci di gioia e soddisfazione. "
Lasciamo questi ragazzi con la voglia di tuffarci, in qualsiasi cosa, non importa. Purchè sia limpida e ci sospinga in avanti, o in alto "Ancora non so dire se nuotare e volare siano la stessa cosa. Ma credo che cambi solo una cosa. La posizione delle ali." conclude Cristian.
