Il Coronavirus? Espressione della società della disinformazione. La profezia nei libri di Caligiuri

Martedì 25 Febbraio 2020 08:00 di Redazione WebOggi.it

L’emergenza del coronavirus sta facendo emergere tante cose, mettendo a nudo una delirante visione del mondo. Abbiamo dimenticato la nostra storia, fatta di guerre ed epidemie, costruendo un modello di sviluppo basato sui consumi materiali e la distruzione dell'ambiente. Ma quello che emerge con maggiore potenza è la disinformazione. Disinformati sono i governanti che dovrebbero porre mano a eventuali  rimedi, disinformati sono tanti dei cosiddetti esperti che si cimentano - con le posizioni più varie - sull'argomento del giorno, disinformati sono gli operatori dei media che scrivono di temi che conoscono sommariamente e inevitabilmente disinformati sono i cittadini, anello finale di questa catena. Appunto per questo sembra si sia materializzata davanti agli occhi di tutti quella società della disinformazione che ha teorizzato Mario Caligiuri, uno dei più innovativi pedagogisti italiani e presidente della Società Italiana di Intellingece. Infatti di questi temi ha scritto nel 2018 nel volume "Introduzione alla società della disinformazione. Per una pedagogia della comunicazione", tema poi ripreso nel 2019 in "Come i pesci nell'acqua. Immersi nella disinformazione" edito da Rubbettino, con la prefazione di Luciano Floridi. La tesi di Caligiuri è chiara: la disinformazione, che definisce "intenzionale e permanente", è le'elemento costitutivo di questo tempo e si materializza in modo molto preciso: attraverso l'eccesso di informazione da un lato e basso livello di istruzione sostanziale dall'altro. Questo crea un corto circuito cognitivo che impedisce ancora di più alle persone di comprendere la realtà. Sotto questo profilo, secondo Caligiuri, la disinformazione rappresenta l'emergenza educativa e democratica del XXI secolo. Come dargli torto visto quello che sta succedendo? Leggere per credere.


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