
Grande entusiasmo per Tito Schipa Jr al Museo del Rock (con GALLERY)
Mercoledì 21 Marzo 2018 05:58 di Redazione WebOggi.it
Se forse tutti noi italiani avessimo ascoltato e "masticato" già da tempoBob Dylan in italiano, oggi non avremmo dubbio alcuno sul perchè abbia ricevuto il Nobel per la letteratura (qualora vi fosse ancora qualche dubbio). Chiaro, però, Bob Dylan tradotto in italiano non è un'operazione semplice.
Si rischia di aggettivarlo troppo, di riempire di fronzoli quei testi asciutti eppure così magnifici, di sconfinare quella metrica netta che lo caratterizza, perdendone così la magia del ritmo orginale.
Tito Schipa Jr, con grande maestria, anticipando di trent'anni (con Dylaniato, Lp del 1988) l'operazione ben più commerciale compiuta su Dylan da Francesco De Gregori (farlo è antipatico, vero, ma il paragone tra i due sorge spontaneo) lo ha fatto e lo ha saputo fare. Bene. Non a caso vi ha dedicato gran parte delle sue fatiche artistiche.
Bob Dylan è un colosso, non ci si può dilettare in un'operazione di mera traduzione letterale. Tito Schipa Jr lo ripropone in una versione asciutta, proprio come la scrittura di Dylan, eppure densa di sfumature emotive, resituite tali e quali anche in italiano.
Così il Museo del Rock a Catanzaro ha dedicato ai suoi appassionati frequentatori una grande serata in compagnia di Tito Schipa Jr. Una tastiera, le basi, la sua voce che narra e che canta, il giusto pubblico, ed è subito Dylan-amarcord.
Che sia "Blowing in the wind" o il suo analogo "Domandalo al vento", l'emozione è la medesima: Tito Schipa Jr ha tutte le capacità per portare la musica di Bob Dylan senza risultare un "profano".
Le sue traduzioni unite ad una grande interpretazione, rendono istantaneamente la forza letteraria della poesia di Dylan, densa di un significato che travalica le barriere del tempo e dello spazio, riproponendosi a noi tanto quanto ai nativi digitali con diversi strumenti e codici linguistici, ma con la stessa dirompendte intensità.
Quello che Tito Schipa Jr va a sviscerare, grazie alla forza della lingua italiana -che si fa complice e non ostacolo- e così come egli stesso lo introduce, "è un aspetto di Dylan meno conosciuto". E' quel Dylan "che ha scelto di non lasciarsi attaccare dalle menzogne, e di non rinunciare più a concetti come il bello, il dolce, il tenero, il non problematco, contrariamente alle influenze del suo tempo, che istigavano al ribaltamento delle proprie cognizioni estetiche, alla ribellione verso tutto quello che era la tradizione del sentimento puro".
Così la canzone di Bob Dylan si fa invettiva, si fa addio, si fa poesia tanto quanto manifesto, e sa farlo anche in italiano conservando la sua autenticità, grazie alla vena artistica di Schipa Jr, capace con grande naturalezza di far intendere il vero e profondo significato dell'opera originale.
Un evento riuscitissimo, con grande soddisfazione dei fondatori del Museo del Rock, che trovano nel successo d'incontri del genere tutta l'energia ed il mordente per continuare a programmare nuovi grandi appuntamenti.
Anna Trapasso