'A Cucineddha, il gourmet a chilometro zero e il concetto di ristorante sociale.

Venerdì 18 Settembre 2020 15:57 di Anna Trapasso

Ieri sera abbiamo cenato alla Cucineddha. Un posto nuovo, nel cuore antico di Catanzaro. Precisamente a Larghetto Sant’Angelo, dal fascino ancestrale e silenzioso, uno di quei luoghi da cui non passi mai, immerso nella routine casa-lavoro quotidiana e poi, d’un tratto, ne scopri la magia, in una quieta sera di settembre.

A Cucineddha o “La cucinella” nasce lì, in uno stabile che conserva quasi intatta la sua storia. Coi pavimenti di graniglia anni ’60 e le volte a botte, prima di essere ristorante quell’edificio ha vissuto tante vite. E già questa è magia.

Pochi coperti, circa una trentina, la cucina a vista così come le pietre antiche delle mura, riportate allo stato nudo, tavoli ampi e circolari, il blu e il giallo ocra del tovagliato che “spezzano” il languore dell’ambiente. ‘A Cucineddha è il primo “ristorante sociale” a Catanzaro.

Convenzionato con l’Associazione Cuochi Calabresi, è inserito nel circuito Arci, per cui per accedervi occorre essere formalmente soci ma, di fatto, ristorante “sociale” significa che chiunque lo voglia potrà organizzare una serata, cucinare assieme agli chef, usufruire della sala, favorire il concetto di base alla ristorazione sociale ed inclusiva: convivialità, scambio, condivisione. Di esperienze, di storie, di sapori: dal chilometro zero, al “chilometro giusto”, come è stato ieri sera in compagnia di chef Francesco Luci, ospite di una cena dedicata a deliziosi, delicati e fantasiosi abbinamenti di gusto tra alcuni dei più pregiati prodotti nella nostra terra, nel rispetto della tradizione ma strizzando l'occhio al gourmet.

Ecco allora in apertura un gustoso bun, panino al vapore alla curcuma, con scarola, carpaccio di baccalà e confettura di albicocca. Un’esplosione di sapori e sensazioni, tra l’intensità del baccalà, la dolcezza dell’albicocca e la croccantezza della scarola. Un giocoso inizio, da mangiare con le mani, prima che la cena si faccia seria: arriva il riso della piana di Sibari (Magisa) allo zafferano del Re, gambero viola e burro acido. Sublime. Per secondo un filetto di ricciola tenerissimo, cottura impeccabile, appoggiato su una mousse di patate Silane e tartufo bianco calabrese. Si, avete letto bene: bianco! Perché il tartufo calabrese non è solo lo scorzone nero estivo. Ma in pochi lo sanno. Per concludere, una spuma di tiramisù, e anche sul dessert spunta una spolverata di tartufo, un accostamento quantomai originale. Il tartufo calabrese, bianco e nero, è padrone di casa alla Cucineddha in quanto l’azienda Sassone Tartufi ne è main sponsor, assieme ai vini delle cantine Raspa e all’olio Re Nilio, altri importanti protagonisti della serata.

Coinvolgere le aziende calabresi nella realizzazione della cucina sociale è uno dei punti fermi nella filosofia del titolare, Peppe Paone, cultore della cucina locale e dello stare insieme, meglio se nel centro storico della città. Paone è socio di Mirko Scozzafava, giovanissimo presidente dell’associazione “Cucinella”, anche lui alle prese coi fornelli. La passione comune, le conoscenze “stellate” nel circuito della ristorazione italiana, la dedizione in cucina, lasciano intendere un futuro interessante per questa nuova piccola grande e soprattutto coraggiosa -visto il periodo in cui ha scelto di inaugurare- realtà catanzarese. Si consiglia vivamente di seguire “A cucineddha”  sui canali social dedicati per restare informati sui prossimi eventi.


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