Videoclip "U latitanti". L’inganno delle Iene a Teresa Merante e l'oscuramento del videoclip

Venerdì 05 Marzo 2021 13:57 di Redazione WebOggi.it

"Il grande carrozzone mediatico inerente Il videoclip U latitanti diTeresa Merante del genere  “Canti di Malavita”, speriamo abbia il suo momento di stop, poiché già da circa un mese  abbiamo oscurato dalla piattaforma  digitale tyoutube il Videoclip “ U latitanti” e gran parte dei titoli  di questo genere musicale, in risposta alla distorsione comunicativa a seguito del caso Merante".Così in una nota stampa di Elca sound di Reggio Calabria. "Ci teniamo a precisare che - proseguono - questa censura non ci è stata inflitta da nessun organo ma è stata una nostra iniziativa (non se ne può più di tutti gli attacchi e le offese su questo genere di musica…) poichè  la casa discografica Elca Sound di Reggio Calabria, rappresenta da più di 40 anni un importante testimonianza di produzione di musica popolare, con ampi spazi dedicati alle figure più rappresentative del panorama musicale folk Calabrese e tanto spazio dato come produzione e distribuzione di artisti e band di musica etnica calabrese basta solo consultare il sito web e tutte le piattaforme digitali per rendersene conto".

"Le inchieste sensazionalistiche - si legge ancora - cercano di evidenziare scoop per notizie di rilevante importanza politica o sociale, ma tutto quello che riguarda la narrazione di una trasmissione televisiva, diventa artefatto, a volte con l’inganno, per cavalcare l’onda di notizie in mainstream mediatico. Tutto nasce da Teresa Merante, cantante folk Calabrese molto seguita sui social da ogni parte del mondo, da una canzone e da una diatriba politica tra opposti schieramenti al comune di Nicotera, location di un videoclip autorizzato dal Sindaco, che testimonia una canzone dal titolo “Bon Capudannu”. Parte la passerella mediatica delle polemiche, contro la cantastorie calabrese ed il suo augurio “universale” rivolto anche ai carcerati, fino a sconfinare in seguito ad etichette di “cantante della malavita”, favoreggiamento  alla mafia e tante altre definizioni, causate da una tradizione popolare folk dei “Canti di malavita”, un genere di musica folk che si ascolta sin dagli anni 70/80 e che sono anche diventate colonne sonore di film importanti".

"Nel mese di febbraio 2021  - evidenziano - un tale Vincenzo fa richiesta tramite messaggio privato Whatsapp, chiedendo la partecipazione della cantastorie Teresa Merante ad una ipotetica festa privata. Richiesta motivata quale sorpresa al festeggiato, fan della cantante Calabrese. Il suo management, previo accordo con l’interessata, concede la disponibilità, per dare la possibilità a musicista e cantante di avere un compenso economico diretto in questi tempi di crisi che hanno colpito il mondo  della musica e dei lavoratori dello spettacolo tutti. Dopo il raggiunto accordo economico, la definizione logistica della location e le raccomandazioni sul mantenimento delle distanze e la restrizione dell’esibizione in acustico con solo chitarra e senza brani del Canto di malavita avendoli eliminati dal repertorio, arriva il giorno dell’esibizione. Teresa Merante, il chitarrista ed il suo manager, vengono accolti in una casa privata, sembra che tutto sia reale, una festa di compleanno per pochi intimi, con la gradevole sorpresa dell’intervento musicale. La cantante esegue tre brani, a sorpresa viene richiesta la canzone “U latitanti”, diventato mezzo di accusa per i riferimenti testuali raccontati in musica, contro l’ordine costituito sin dal primo contatto ricevuto. Inizialmente il manager, a causa delle problematiche mediatiche create alla cantante, decide di non fare eseguire il brano, ma in seguito alle continue richieste dell’interlocutore, si decide per eseguirne soltanto una piccola parte. A fine della breve esibizione, improvvisamente cambia l’atteggiamento del finto festeggiato, e l’arrivo di telecamera e iena con microfono svela l’inganno con le videocamere appostate che hanno ripreso tutto".

"In preda ad una forte crisi di  pianto e panico, la cantastorie calabrese, - chiosano -  esce frettolosamente dalla casa, seguita dal chitarrista e dal manager, poi rientrato per prendere la borsa lasciata dalla cantante e deciso a rilasciare una intervista dando tutte le spiegazioni richieste dalla iena in quanto esperto conoscitore del settore musicale popolare Calabrese. Questa è la narrazione dell’inganno delle Iene, la trasmissione televisiva tanto acclamata, simulando una festa di compleanno ha creato l’occasione per registrare esibizione e per creare il gossip dello scoop su presunte testimonianze canore a favore della malavita. Questo è quanto accaduto, con falsità e con inganno. Da questo momento la ELCA SOUND  diffida la produzione della trasmissione televisiva “Le Iene” a diffondere le immagini riprese ad insaputa della cantante e del suo manager. L’inganno è molto più doloroso del testo di una canzone, la mistificazione e la falsità delle Iene hanno colpito duramente lo stato psico fisico della cantante già letteralmente aggredita e offesa dalla stampa nazionale da circa due mesi. E’ tutto oggettivamente documentato,  - concludono - rimane la grande amarezza ,per la creazione di situazioni che tendono solamente ad aumentare l’eventuale share di un “prodotto” televisivo, passando sulla testa di persone e sensibilità personali".


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