Ricerca pubblicata su Oxford Academic: "Inquinamento aumenta mortalità per Covid-19"

Un recentissimo studio condotto da un gruppo di ricercatori di varie nazionalità pubblicato sull'Oxford Academic ha evidenziato come il rischio di mortalità per malattia da coronavirus emersa nel 2019 (COVID-19) sia aggravato dalla comorbidità da malattie cardiovascolari e polmonari. L'inquinamento atmosferico causa anche un eccesso di mortalità per queste condizioni. L'analisi dei primi esiti del coronavirus della sindrome respiratoria acuta grave (SARS-CoV-1) nel 2003 e le indagini preliminari di quelli per SARS-CoV-2 dal 2019, forniscono la prova che l'incidenza e la gravità sono correlate all'inquinamento atmosferico. I ricercatori hanno stimato la frazione di mortalità per COVID-19 attribuibile all'esposizione a lungo termine all'inquinamento atmosferico da particolato fine ambientale.

Hanno caratterizzato l'esposizione globale al particolato fine sulla base di dati satellitari e calcolato la frazione antropica con un modello di chimica atmosferica. Il grado in cui l'inquinamento atmosferico influenza la mortalità da COVID-19 è stato ricavato da dati epidemiologici negli Stati Uniti e in Cina. Gli studiosi hanno stimato che l'inquinamento atmosferico da particolato abbia contribuito per il 15% (intervallo di confidenza al 95% 7-33%) alla mortalità per COVID-19 nel mondo, il 27% (13-46%) nell'Asia orientale, il 19% (8-41%) in Europa, e il 17% (6-39%) nel Nord America. A livello globale, circa il 50-60% della frazione antropica attribuibile è correlata all'uso di combustibili fossili, fino al 70-80% in Europa, Asia occidentale e Nord America.

I risultati conseguiti dalla ricerca suggeriscono che l'inquinamento atmosferico è un importante cofattore che aumenta il rischio di mortalità da COVID-19. Ciò fornisce una motivazione aggiuntiva per combinare politiche ambiziose volte a ridurre l'inquinamento atmosferico con misure per controllare la trasmissione di COVID-19.