
La Calabria che resiste: agricoltori bio e custodi della biodiversità
Mercoledì 21 Maggio 2025 12:03 di Redazione WebOggi.it
Articolo di G.V
In un Sud troppo spesso raccontato attraverso l’abbandono, la disillusione o la fuga, esiste una Calabria che resiste. È quella fatta di mani sporche di terra, di campi coltivati senza pesticidi, di varietà antiche salvate dall’estinzione. È la Calabria degli agricoltori biologici, dei custodi della biodiversità, di chi ha scelto di rimanere – o di tornare – per difendere un modello agricolo etico, sostenibile, radicato nel territorio.
Nei campi tra mare e montagna, si trovano piccoli produttori che custodiscono semi tradizionali, coltivano secondo i cicli naturali e si oppongono all’omologazione agricola. Alcuni di loro aderiscono alla rete dei “custodi del germoplasma”, impegnati a salvare varietà autoctone; molti operano fuori dai riflettori, con aziende a conduzione familiare e una produzione ridotta ma preziosa, capace di raccontare la vera identità della regione.
Non si tratta solo di agricoltura, ma di una vera e propria presa di posizione contro le logiche di sfruttamento intensivo.
Fare agricoltura biologica in Calabria significa affrontare problemi strutturali: mancanza di infrastrutture, mercato instabile, costi alti, solitudine istituzionale. Eppure, sempre più giovani agricoltori stanno investendo in questo settore, attratti dal legame con la terra, dal rispetto per l’ambiente e da un crescente interesse del mercato per prodotti genuini, locali, tracciabili.
Tra i pionieri di questa rivoluzione agricola c’è Muscolo di Grano, un progetto nato in Calabria negli anni ’90 grazie alla visione di Enzo Marascio, scomparso nel 2023 ma ancora presente nel pensiero di chi ha raccolto la sua eredità.
Muscolo di Grano è molto più di un alimento vegetale a base di farina di grano Senatore Cappelli e farina di legumi: è un simbolo di resistenza contadina, di sperimentazione nel segno della salute, dell’ambiente e della giustizia sociale.
Quando nessuno parlava ancora di alimentazione plant-based, Marascio aveva già intuito il legame profondo tra cibo e salute, tra etica e agricoltura. La sua produzione artigianale – oggi proseguita con lo stesso spirito originario – rappresenta un esempio raro di filiera corta, sostenibile e calabrese al 100%.
Se adeguatamente sostenuta, l’agricoltura biologica e rigenerativa potrebbe diventare una leva strategica per lo sviluppo della regione.
Non solo per i benefici ambientali, ma anche per attrarre turismo consapevole, generare occupazione giovanile e restituire dignità a un territorio spesso dimenticato.