Inaugurazione anno giudiziario 2021 Corte dei Conti di Catanzaro. La relazione del presidente dell'ordine degli avvocati Talerico

Venerdì 26 Febbraio 2021 13:16 di Redazione WebOggi.it

La relazione del presidente ordine distrettuale degli avvocati di Catanzaro avvocato Antonello Talerico all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2021 della Corte dei Conti di Catanzaro

"A nome di tutta l’Avvocatura del Distretto che mi onoro di rappresentare saluto, con sincera deferenza, i Presidenti di Sezione, il Procuratore Generale ed il Prefetto di Catanzaro.

Saluto, altresì, i Sigg.ri Magistrati togati, le Autorità civili, militari, politiche e religiose, gli Avvocati , il corpo amministrativo e di cancelleria che svolgono un ruolo fondamentale, nonché i rappresentanti degli organi di stampa, che contribuiscono alla denuncia degli illeciti che si consumano nel nostro Territorio. Saluto, infine, il Presidente F.F. della Regione Calabria.

L’apertura dell’anno giudiziario rappresenta un importante momento di riflessione, in particolare proprio per quelle Istituzioni sottoposte al controllo ed alla funzione giurisdizionale della Corte dei Conti.

Ciò in quanto l’agire della P.A. è spesso poco sano o gravemente compromesso, non solo per la commissione di reati, ma anche per una diffusa incapacità amministrativa, gestionale e contabile accertata purtroppo anche in occasione del giudizio di parificazione dei rendiconti generali delle Regioni.

In Calabria l’emergenza pandemica ha evidenziato le gravi lacune nella gestione della sanità così come anche per altri settori strategici per l’economia del Territorio, facendo emergere nuovi bisogni, individuali e collettivi, sempre meno coordinati tra loro e sempre più lasciati a combinazioni casuali o peggio ancora delegate a figure rilevatesi di dubbia competenza e/o di scarsa esperienza, i cui costi di tale mala gestio ricadono sull’intera collettività e di rado sui veri responsabili.

Sintomatico di tale disastroso quadro sono anche i plurimi pagamenti per lo stesso debito eseguiti dalle Asp e le infiltrazioni criminose delle medesime Aziende sanitarie che hanno richiesto il loro commissariamento. Da qui la necessità di un Sistema giudiziario forte e virtuoso, in grado di rimuovere in tempi ristretti le condotte deviate, restituendo alla collettività quel senso di giustizia ed equità oramai smarrito.

Ecco allora che l’Avvocatura, unitamente a tutti gli operatori del Diritto, deve contribuire all’efficienza ed efficacia della funzione giurisdizionale, elevando il livello delle proprie competenze e della preparazione tecnica, ed esaltando anche la propria funzione sociale perseguendo obiettivi di giustizia e di equità sociale.

Proprio in attuazione di questi principi il Consiglio dell’Ordine Distrettuale degli Avvocati di Catanzaro ha avversato alcuni provvedimenti della P.A. (di interesse anche per la categoria forense) e, tra questi la nomina del coordinatore dell’Avvocatura regionale, ottenendo l’importante risultato dell’accoglimento totale delle proprie teorie difensive e l’annullamento consequenziale del detto provvedimento di nomina, con un risparmio per i cittadini calabresi di ben 700.000,00 euro.

Del resto, le iniziative intraprese dalle Istituzioni forensi perseguono un’idea ambiziosa, quella di indossare una Toga per difendere cause giuste, poiché il diritto di difesa citato nella Nostra carta costituzionale è esercitato proprio attraverso l’agire dell’Avvocatura sana, rispettosa della legge e del proprio codice deontologico.

Di poi, non possiamo nascondere come i fatti di cronaca giudiziaria degli ultimi anni abbiano messo in luce la fallibilità di un sistema e della stessa funzione giurisdizionale, in presenza di condotte deviate e contaminate, con il rischio di ingenerare nell’opinione pubblica la convinzione che esista un “sistema” alternativo all’applicazione corretta della Legge…per avere, paradossalmente, Giustizia !

Assistiamo, più in generale, al proliferare di condizioni che rendono poco agevole l’emersione degli illeciti e che favoriscono piuttosto l’infiltrazione di fenomeni patologici proprio negli apparati burocratici e pubblici, gli stessi che avrebbero dovuto garantire la presenza dello Stato sul Territorio.  

A questo si accompagnano anche manifestazioni politiche e di comunicazione che enfatizzano il populismo giudiziario o peggio ancora alimentano il desiderio di giustizialismo delle masse, con il rischio concreto di influenzare anche componenti e attori fondamentali del processo.

E’ inevitabile, allora, la responsabilità delle componenti politiche e governative centrali e localiche delegano di fatto (per la loro assenza) al potere giudiziario locale la risoluzione di ogni male, così gravando la funzione giurisdizionale anche dell’onere di risolvere i plurimi conflitti sociali ed economici in un Territorio dove forte è il senso di sfiducia verso tutte le Istituzioni.

Del resto, oggi il sistema processuale presenta troppe falle. Non possiamo avere certezza sull’esito del giudizio perché nel nostro ordinamento sono vigenti centinaia di migliaia di leggi, spesso scritte male o applicate in maniera difforme in ragione di suggestive quanto contraddittorie interpretazioni e, con una funzione nomofilattica sempre più in crisi.

Non possiamo prevedere neanche quanto tempo occorrerà per avere una sentenza, perché la durata del processo è pesantemente condizionata da cause, quale la carenza di organico e di risorse finanziarie, ovvero di disfunzioni del sistema.

Deve essere sottolineato come le funzioni e le decisioni della Giustizia contabile siano, allora, di fondamentale importanza perchè capaci di intervenire per sanare i mali endemici e le gestioni discutibili degli apparati della Pubblica Amministrazione, specie in Calabria. Il Sistema Giustizia ha bisogno di Magistrati e Avvocati liberi ed incondizionati, forti, capaci di porre prima del “dovere giuridico”, un “dovere etico” nell’applicazione e nell’interpretazione delle norme. Ciò ancor più in una Regione dove l’omertà e le collusioni sono gli elementi di forza del malfunzionamento della P.A., anche nell’uso dei fondi pubblici.

Ma le disfunzioni della burocrazia, sono legate anche alla degenerazione determinata dalla proliferazione di leggi, dalla concentrazione di plurime competenze in capo a pochi soggetti, dalla prodiga costituzione di nuovi enti (inattivi) nati per soddisfare solo esigenze dei poteri forti o di partito, cosi ridisegnandosi rapporti sempre più disordinati tra la P.A. e privati, esaltandosi sempre più il fenomeno clientelare !

Anche il conferimento di incarichi esterni alla P.A. oramai sfugge ai più elementari principi di trasparenza e meritevolezza e spesso celano forme irregolari dell’agire pubblico, poichè si attribuiscono -senza alcuna selezione- vantaggi e benefici economici all’incaricato, spesso legato da rapporti privati con il committente pubblico, giustificato dall’inflazionata figura del rapporto c.d. fiduciario, utile per ogni stagione politica.

Dalla Relazione del Procuratore generale emerge un quadro allarmante in ordine ai plurimi procedimenti pendenti, ove frequentemente  i soggetti danneggiati risultano essere proprio l’Ente regionale e le Asp !

E, quindi i percorsi iniqui, le scorciatoie indebite, la tendenza a tollerare anche i piccoli abusi nella quotidianità, costituiscono l’humus in cui proliferano posizioni di “potere” che trasformano prassi patologiche in pratiche di ordinaria amministrazione. Ecco allora che la Magistratura contabile diventa in un Territorio difficile come quello calabrese uno dei pochi presidi di Legalità.

Ma la magistratura contabile più di ogni altra autorità giudiziaria conosce il territorio in cui opera, poiché è costretta a studiare (attraverso il controllo e l’intervento giurisdizionale) le cause di inefficienza e di mala gestio della P.A., nonché i fenomeni socio-economici con cui i primi si intrecciano.

Ritengo doveroso sottolineare l’attività di controllo della magistratura svolta in relazione al giudizio di parificazione sul rendiconto della Regione, che consente l’acquisizione di informazioni essenziali sull’attendibilità e sulla veridicità dei dati del bilancio regionale e, di conseguenza, il controllo incrociato anche sui bilanci di alcuni importanti Comuni.

Sul punto è da citare la complessa ed encomiabile attività istruttoria della Sezione del Controllo per la Regione Calabria che ha approfondito le criticità attraverso non solo i profili strettamente contabili del conto del bilancio ma anche quelli gestionali.

Ed invero, proprio attraverso il giudizio di parificazione la magistratura contabile locale ha individuato alcune patologiche cause di inefficienza dell’agire della Regione, giusta anche la grave immobilizzazione di importanti risorse economiche (essendo emerso, infatti, un dato allarmante secondo cui ingenti risorse finanziarie sarebbero divenute da anni indisponibili in conseguenza dei plurimi atti di pignoramento da parte di terzi).

A ciò si aggiunga che molte risorse economiche regionali rimangono vincolate per anni nonostante il pagamento del debito, ciò in quanto vengono ritardate o omesse le procedure di svincolo degli ingenti importi pignorati o peggio ancora omesse le verifiche ed i controlli sui dati del contenzioso di competenza delle componenti politiche e amministrative (dovendosi, invece, sottolineare l’immenso lavoro svolto dall’Avvocatura regionale costretta ad operare in carenza di organico rispetto ad un contenzioso che si inflazione anno dopo anno).

Grazie sempre all’attività della Corte dei Conti è stato conclamato l’ulteriore dato critico regionale, derivato dall’elevato volume delle risorse impiegate per la spesa sanitaria, pari a circa l’80 per cento della spesa regionale.

Tale preoccupante quadro impone in tempi brevi una gestione competente e adeguata del sistema sanitario regionale, difficile da attuare con un commissariamento perpetuo e con un aumento cronico delle criticità, con inevitabili ricadute negative anche sugli standard dei servizi resi alla collettività e, quindi sulla valutazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria (i c.d. LEA).

Tale quadro generale è stato, invero, aggravato dai vari commissari che hanno di fatto ingessato la sanità regionale, per l’inadeguatezza delle scelte adottate nonostante le ingenti risorse finanziarie disponibili nell’ambito della emergenza covid. Cosi la Calabria ha perso ancora tempo ed opportunità. Ha perso l’occasione di migliorarsi.

Proprio per questo la Calabria ha bisogno di essere liberata, più di ogni altra Regione, dalla diffusa mala gestio della macchina pubblica ed in tutto questo la Magistratura contabile ha una fondamentale funzione di decontaminazione.

 La Calabria ha bisogno di virtuosismi, ha bisogno di volare in alto, ha bisogno di cambiamento culturale e di mentalità, ha bisogno di interventi strutturali e di risorse umane ed economiche gestite, però, da persone competenti. Abbiamo tutti il dovere di costruire insieme la fiducia nel futuro del Paese. Ecco perché Avvocatura e Magistratura devono rendere Giustizia insieme con pari autorevolezza e dignità.

Grazie e buon inizio per questo altro importante anno giudiziario".

 

 


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