Il sindacato Cosap contrario alla sospensione per chi non si vaccina

Giovedì 02 Dicembre 2021 09:08 di Redazione WebOggi.it

Il sindacato di Polizia COSAP prende posizione sulla questione vaccini e sospensione dal lavoro. Con una nota, scrivono che “il sindacato di Polizia COSAP rileva amaramente che, per determinate categorie di lavoratori, l’art. 1 della Costituzione parrebbe nel concreto aver subito una sostanziale modifica; ossia per decreto viene sancito che “non oltre il termine di sei mesi a decorrere dal 15 dicembre 2021” coloro che non si sottopongono alla vaccinazione verranno immediatamente sospesi “ dal diritto di svolgere l’attività lavorativa, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione, non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominati”.

Con l’emanazione del D.L. 127/2021 viene inserito l’art. 4 – ter (all’interno del decreto legge 1° aprile 2021, n. 44, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 76/2021) che sancisce appunto l’obbligatorietà vaccinale anche per il personale del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico.


Si legge testualmente che “la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività lavorative”, “Lo svolgimento dell’attività lavorativa in violazione dell’obbligo vaccinale... è punito con sanzione...e restano ferme le conseguenze disciplinari...”.
E’ imprescindibile ricordare che l’art. 36 della Costituzione recita: “ Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantita' e qualita' del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a se' e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa”.
Nel concreto, si è deciso di “affamare i poliziotti” facendo venir meno loro il sacrosanto diritto al lavoro e con esso verrà a mancare il mezzo di sostentamento economico per le famiglie ed i figli di quei servitori dello Stato (inteso come Popolo) che decideranno di non ottemperare all’obbligo.


La COSAP vuole sottolineare che nel caso di sospensione dal lavoro per ragioni connesse alla disciplina o provvedimenti giudiziari viene riconosciuto al dipendente la retribuzione minima, di cui all’art. 36 della Costituzione, mentre nulla gli è dovuto nel caso non ottemperi al citato obbligo vaccinale. Giurisprudenza Costituzionale consolidata, si orienta nella direzione di una non conflittualità circa l’obbligatorietà di un trattamento sanitario (ad esempio trattamento vaccinale), con l’articolo 32 della Costituzione, a patto che il trattamento sia migliorativo delle condizioni di salute dell’individuo “se si prevede che esso non incida negativamente sullo stato di salute di colui che è obbligato, salvo che per quelle sole conseguenze che appaiano normali e, pertanto, tollerabili”, ma soprattutto della collettività intesa come comunità solidaristica. Su questo aspetto, il Consiglio di Stato ha fatto riferimento ai dati forniti dal sistema di Farmaco vigilanza PASSIVA, il quale ha evidenziato, come nella somministrazione del vaccino anti covid, esista un bilanciamento tra i rischi e i benefici del tutto accettabile. Rileviamo che decisioni così importanti debbano essere prese al cospetto di dati ottenuti con un sistema di farmaco vigilanza ATTIVA e che si debba necessariamente fare un distinguo per la categoria dei guariti da covid. Diversi studi hanno dimostrato la persistenza di una forte risposta immunitaria a distanza di mesi, ciò costituirebbe evidente sintomo di incertezza circa le garanzie di sicurezza che la vaccinazione offre a coloro che già hanno una gran quantità di anticorpi per aver contratto il virus.
       
Altro capitolo importante è quello della vaccinazione dei bambini, su questo tema noi del COSAP siamo allarmati dai sempre maggiori messaggi mediatici che li candidano all’obbligatorietà dietro la tesi secondo cui, i bambini non vaccinati, non dovrebbero accedere agli asili e scuole e quindi più in generale alla socialità; il tutto in contrasto con i dettati Costituzionali. Sul tema lo stesso Andrea Crisanti, virologo dell’Università di Padova, è critico e la sua posizione si risolve in poche battute: il vaccino per bambini è stato sperimentato “su un numero troppo esiguo di bambini” e lo studio “non dice nulla sull’effetto della vaccinazione sulla trasmissibilità del virus”. "Se avessi un figlio piccolo lo vaccinerei? Sarei esitante”. Anche Vaia Direttore dello Spallanzani avverte: “Pericoloso fare le dosi ai bambini, fermiamoci”, “Contrario alla vaccinazione degli under 12. La malattia e il contagio sono statisticamente irrilevanti nei bambini”. Il COSAP ha a cuore i bambini ed anche stavolta invita le autorità a profondissime riflessioni sulla delicatissima tematica che tenga, nella doverosa considerazione, i rischi connessi a tale pratica sanitaria e tutti i risvolti sulla sfera psicologica dei bambini!

Ritornando alla categoria che rappresentiamo, i poliziotti, è necessario ricordare che, non molto tempo addietro, i sanitari e le forze dell’ordine venivano comunemente definiti “eroi”...oggi parte di quegli stessi colleghi, inottemperanti all’inoculazione vaccinale, non vengono più considerati tali, anzi vengono addirittura additati dai “maestri dell’indottrinamento mediatico” come untori e persone da perseguire. Si badi bene a non dimenticare che, dall’inizio della proclamazione della pandemia da parte dell’O.M.S., sono deceduti 19 poliziotti su quasi 98.000 operatori della Polizia di Stato, ossia lo 0,019%, e che, la maggior parte di codesti servitori è deceduta massivamente nella prima fase “pandemica”; momento in cui si conosceva poco il virus e le modalità con cui affrontarlo.
Il COSAP per onestà intellettuale deve rammendare che proprio in questo periodo, con comunicazioni ufficiali, veniva indicato ai poliziotti di NON indossare la mascherina affinché non si destasse panico fra la popolazione, consentendo verosimilmente al virus di contagiare quelli che all’epoca venivano annoverati tra gli “eroi”.
Il 23 novembre u.s. avevamo inviato una missiva al Presidente Draghi avente come oggetto:” Diffida dall’inoculazione obbligatoria dei vaccini per il SARS-CoV-2” l’indomani il C.D.M. decideva proprio l’imposizione di tale obbligo glissando gli autorevoli studi enunciati nella citata missiva.
Ricordiamo in sintesi che, stando ad un recente studio dell’Università di Newcastle, addirittura i guariti da covid potrebbero essere danneggiati da un’eventuale vaccinazione, che autorevoli professori come il dottor Paolo Gasparini -direttore di Genetica Medica a Trieste e membro del Consiglio Superiore di Sanità- asserisce che “Normalmente nei soggetti guariti da un’infezione virale e con anticorpi circolanti non si procede ad una vaccinazione. Non si capisce quale è il razionale per fare un’eccezione” ed ancora il prof. Massimo Galli che sul tema ha dichiarato: “Sa chi, secondo me, non deve essere vaccinato? I tantissimi guariti che hanno un gran bel po' di anticorpi e che è assurdo vaccinare, perché spesso diamo loro effetti collaterali e non aggiungiamo molto alla loro capacità di difendersi".
Il Governo si è da sempre allineato alle indicazioni del CTS che non possono essere ritenute come “la Bibbia”; sarebbe doveroso, nell’interesse della salute pubblica, tenere in considerazione le autorevoli ricerche che sempre più dettagliatamente riescono a delineare nuovi ed inaspettati scenari sul tema. Rammendiamo ancora una volta che sull’autorevole rivista scientifica The Lancet è comparso recentemente un contributo del prof. Günter Kampf per cui vi sono prove crescenti che gli individui vaccinati continuano ad avere un ruolo rilevante nella trasmissione del virus.
Partendo da tale ricerca, portata all’attenzione del Governo dal COSAP, rileviamo che il presupposto su cui si fonda tale obbligo risiede nella prevenzione dell’infezione da SARS-CoV-2 svolta dai vaccini ad Mrna, nell’accezione per cui verrebbe inteso come un trattamento immunizzante che non trova conferme empiriche nella realtà.
Recenti studi indicano tra l’atro una capacità di riduzione delle possibilità di contagio nei tre mesi successivi all’inoculazione, di fatto aprendo a scenari per cui il lavoratore dovrebbe vaccinarsi cadenzatamente per un indefinito numero di volte pur di non vedersi precludere il diritto al lavoro e con esso la retribuzione.
Rileviamo che la sospensione dal lavoro, in caso di inottemperanza alla vaccinazione, si potrà protrarre ben oltre lo stato di emergenza dichiarato a seguito delle pandemia; in tal modo si è di fatto “svincolato” l’obbligo dall’emergenza de quo...anche in tale occorso, risulta difficile comprenderne la ratio.
Nel bollettino di sorveglianza ISS del 24 novembre u.s. si rileva che il maggiore numero di contagi Covid si registra in chi aveva completa copertura vaccinale. I non vaccinati sono solo il 37,7% del totale, mentre la maggiore parte dei contagiati (59,7%) è registrata fra chi ha avuto ciclo completo di vaccinazione (compreso uno 0,6% che aveva ricevuto la terza dose di vaccino), mentre il 2,6% aveva comunque ricevuto una dose.
Il sindacato di Polizia COSAP rimarca con ancor maggior forza la propria contrarietà all’obbligo vaccinale e sarà al fianco dei colleghi che verranno travolti da questa scellerata scelta politica, riservandosi ogni iniziativa a sostegno della categoria.
Ancora una volta invitiamo il governo ad un ripensamento per la coesione del Paese”.


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