Crisi della città di Catanzaro: l’analisi e la ricetta di Eugenio Attanasio (Cineteca Calabria)

Martedì 23 Novembre 2021 07:16 di Redazione WebOggi.it

La città dell’Istmo

“Una certa agitazione ha suscitato nei catanzaresila decisione diRobertoOcchiuto di nominare  un assessore con delega alle Azioni di sviluppo per la città Metropolitana di Reggio Calabria”.  Lo afferma Eugenio Attanasio, presidente della Cineteca della Calabria. 

Come sappiamo la riforma degli enti locali introdotta con la legge 56 del 2014 ha ridefinito l'ordinamento delle province ed istituito le città metropolitane. Poiché il dibattito sulla istituzione dellacittà metropolitana di Reggio Calabriaappartiene al passato,preoccupati delridimesionamentodel ruolo della città diCatanzaro , qualcuno  ha parlatoanchedella necessità diapprovareuna legge speciale perCatanzaro capoluogo. Possibile ma forse improbabile in unaRegione Calabria a  chiara trazione cosentina.Improvvisamente ci si accorge di quanto sia diminuito il ruolodi Catanzaro all’interno della politica regionale, partito sin dal 1993 con la tripartizione della grande provincia di Catanzaro, quandodivento’laterza provincia della Calabria, sulla spinta delle istanze separatiste di Crotone e Vibo Valentia.Sono lontani i tempi e  gli slogan di inizio anni’70 “ Capoluogo e serie A” che sottolineavano l’ingresso della città dei tre colli nel gotha del calcio, enella politica nazionale, oggi che il  Catanzaro si barcamena dignitosamente in un campionato di serie C,  mentre da quattro legislature non riescepiu’ad affermare un catanzarese alla guida della Regione: la metafora calcistica funziona sempre!”. 

La città vive una doppia crisi, in parte congiunturale, in parte dovuta al fatto di non essersi saputa ritagliare un nuovo ruolo, alla luce del cambiamento delle dinamiche amministrative, non avendo puntato concretamente su nuovi assi di sviluppo, come altre città della Calabria che invece hanno saputopiu’ efficamenterilanciarsi. Inevitabile e anche un po' troppo scontata la riflessionesulla “classe politica catanzarese” certamente inefficace e priva di unavisione nel progetto di  concepire una  nuova città, ma anche espressione degli umori di una popolazione politicamente   moderata fino al paludamento, poco incline ai cambiamenti.Oggi ci sarebbe bisogno veramentedi una piccola rivoluzione culturale per capire che la cittàha bisognodi invertire questo trend negativo, da trent’anni a questa parte. Secondo i dati degli ultimi censimenti siamo passato da 100.000 abitanti nel 1981 a 89.000 nel 2011, indice evidente di un malessere e di una crisi che ha portato le generazionipiu’giovani, quelle chepiu’di ogni altre possono contribuire alla crescita sociale, a emigrare e restare fuori anche dopo l’Università. AltriComuni, pur in crisi identitaria, mapiu’lungimiranti hanno capito che, con la fusione,sarebbero diventati una realtà ben diversa: Rossano e Corigliano unendosi hanno creato una città di quasi 75.000 abitanti, il terzo comune della Calabria per numero di abitanti, il primo per estensione territoriale, sopravanzando Lamezia, Cosenza, Crotone e Vibo.Aseguito delle innovazioni introdotte dalla legge n. 56/2014 sono state emanate numerose disposizioni volte ad incentivare dal punto di vista finanziario, i processi di aggregazione e di gestione associata delle funzioni, con particolare riguardo alla fusione di comuni. Questadella fusione dei comunidovrebbe essere vista comeuna opportunità per una cittàormai asfitticacome Catanzaro, che deve guardare verso il Tirreno, continuando il processo di conurbazione con icomuni limitrofi e la città di Lamezia terme.  Già con la legge Urbanistica Regionale (L. 19/2002)si sono riscrittele condizioni per superare la fase di “recupero” delle città chiuse nei loro confini per  proiettare il territorio istmico  verso unsistema urbano dell’asse Ionio-tirreno.La politica dei sistemi urbani consentedipianificare il territorio a scala intercomunale creando associazioni di Comuni per governare il territorio secondo le proprie vocazioni quindi,  di avviare a soluzione problemi di riassetto del territorio e riqualificazionedell’armatura urbana. Perché non pensare diversamentead una cittàpiu’ampia e completa ?Quest’areache sisi sta sviluppando da anni attraverso interventi edilizi spontaneicomprendeinfatti giàla nuova area di Germaneto (Cittadella Regionale, Università,Ospedale, con  una rete avanzata di infrastrutture (  nuova stazione ferroviaria ,aeroporto, portosullo Jonio e sul Tirreno.  Ne farebbero parte anche i comuniricadenti sull’asse tra Catanzaro e Lamezia Terme,raggiungendoun migliore e più efficacenuovo disegnodel territorio.Nella nostra regione,  nonostante la presenza di fortiincentivi monetari, le nuove fusioni sono state due. La prima ha riguardato cinque piccoli comuni dellapre-Sila cosentina (Casole Bruzio, Pedace, Serra Pedace, Spezzano Piccolo e Trenta), che hanno istituito il nuovo comune di Casali del Manco, mentre la seconda fusione ha interessato Corigliano e Rossano, come già detto. Tra i benefici sicuramente meno tasse, servizi pubblici più efficienti e pochiamministratoriper mandare avanti l’enteQuella che sembra lasoluzioneallinefficienzadella macchina amministrativa, invece fa storcere la bocca  soprattutto alla politica, che vive la prospettivadi sviluppo con il terrore di perdere posti di governo e sottogoverno cittadino Però, pensate se Cosenza e Rende decidessero di fondersi! Apriti cielo. Allora bisogna iniziare già a parlare, a capire quali potrebbero essere i vantaggi concreti (tanti), a cominciare dalla riduzione  dei ranghi della classe politica. Per guardareavantibisogna scendere dai colli”, conclude Attanasio.


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