Assenteismo al 118 di Catanzaro. Il medico Anfosso: "Non ero a conoscenza di questa "strana" forma di protesta"

Sabato 23 Ottobre 2021 15:21 di Redazione WebOggi.it

Lettera di Aristide Anfosso, noto medico di Catanzaro, recentemente coinvolto nell'operazione "Moilere" della Procura di Catanzaro. Il medico ha voluto rassicurare i suoi pazienti e conoscenti sulla sua buona fede e legittimità della condotta. 

di ARISTIDE ANFOSSO*

"Non è che la musica è troppo alta... Sono io che sono troppo vecchio". A verità. É che col passare del tempo inevitabilmente si entra in un'altra fase della vita. Ciò che valeva prima, in termini di relazioni, di aspirazioni, sentimenti, abitudini e comportamenti, non vale dopo. Però quello che viene dopo va vissuto ugualmente con la meraviglia della novità, di chi scopre un'altra dimensione, di chi magari guarda la vita con un'altra ottica ed un'altra velocità, magari con la velocità della lentezza. Ed anche ciò che accade assume un altro valore. In questi giorni ho avuto il piacere, quasi giunto al termine della mia carriera, di vedere il mio nome fra quelli di tanti colleghi indagati perchè avrebbero messo in atto fatti ritorsivi, o favorito la messa in atto di questi fatti, nei confronti dell'Asp di Catanzaro. Tutto ciò attraverso certificazioni non veritiere e quindi procurando assenze non giustificate. I fautori di questa "encomiabile" iniziativa sarebbero alcuni colleghi del Servizio 118, alcuni dei quali, per rivendicare la restituzione di somme di denaro trattenute, a loro giudizio, in maniera illegittima, avrebbero presentato certificazione sanitaria al fine di mettere in disagio il servizio stesso. La mia storia personale improntata sui diritti dei cittadini ha radici lontane.

Ero comunista prima del '68 che pure ho vissuto da studente liceale, e senza appartenenza politica lo sono stato e lo sono ancora per gli aspetti sociali, per le relazioni umane, per ciò che concerne la mia attività professionale. In sostanza continuo ad esserlo per  sola appartenenza al genere umano e per i valori di solidarietà e sussidiarietà che hanno sempre contraddistinto la mia esistenza. Ed è proprio nell'esercizio di questa attività, prima come Pediatra Ospedaliero, poi come Medico di famiglia che ho sempre posto al centro della mia professione il malato, agendo sempre deontologicamente con scienza e coscienza e considerando comunque sempre gli ammalati come esseri umani e non come portatori  di malattie. Uomini, donne e bambini malati, con nomi, cognomi e storie personali e non malattie. Questi principi ho anche trasmesso nei tanti anni di esercizio professionale ai tantissimi medici che sono transitati nei miei studi per effettuare i loro tirocini formativi.

Personalmente non ero a conoscenza di questa "strana" forma di protesta realizzata da alcuni colleghi del 118. Le mie proteste sono state sempre effettuate, per la tutela della salute, nelle piazze e nei luoghi di lavoro, sempre in maniera civile e corretta e senza minimamente inficiare la qualità dei servizi da erogare ai cittadini.  Non ero a conoscenza di tale iniziativa e me ne dissocio, a distanza di tempo, considerandola un'azione riprovevole, ingiustificata e da condannare. Però, nonostante i miei criteri morali e la mia etica professionale, mi ritrovo nell'elenco dei "cattivi". E questo è vero ed è inconfutabile. Non avendo io percepito alcunché non faccio parte dell'elenco dei colleghi per i quali è stato disposto sequestro bancario cautelativo. Motivo della presenza: ho effettuato certificazione sanitaria ad un Medico del 118 nello stesso periodo in cui altri Medici del 118 producevano la loro "certificazione". Ovviamente non sono in grado né voglio né posso parlare delle posizioni di ognuno dei medici coinvolti. Posso parlare di me. Ma solo per chiarire la mia posizione a tutti i miei assistiti, che preoccupati da quanto apparso sui media sono persino arrivati a chiedermi se i miei studi sono ancora aperti. Tranquilli, il vostro medico, che sono io, ha effettuato veritiera certificazione sanitaria ad altro medico affetto da gravissima patologia, documentata ed ancora in atto, purtroppo nelle circostanze determinatesi all'epoca dell'inizio della pandemia.                                          

É giusto che per le circostanze temporali e per le modalità dell'accaduto io sia sentito, per l'esposizione dei chiarimenti necessari e dovuti, dal magistrato inquirente. Viviamo in uno stato di diritto. Vale per me il senso dell'appartenenza civile e l'obbligo del chiarimento di quanto accaduto al fine di discriminare ciò che è lecito e dovuto da ciò che invece non lo è. Dispiace che per colpa di comportamenti così ingiustificati ed incomprensibili sia finito "in Prima Pagina" tra l'altro le iniziali del mio cognome, ma anche del nome, mi portano ad essere in testa a questo triste elenco. Tutto passa, tutto si chiarirà.

*medico


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