CODACONS REPLICA AL GARANTE SULL'INSULTO AL BIMBO IN SPIAGGIA

Giovedì 22 Agosto 2019 14:31 di Redazione WebOggi.it

CODACONS REPLICA AL GARANTE SULL'INSULTO AL BIMBO IN SPIAGGIA

Un episodio vero per chi lo ha subito, gonfiato per chi ha l’onere di tutelare Le famiglie sono abbandonate e dopo le dichiarazioni del Garante lo sono ancora di più Il Garante, in maniera decisamente piccata, ci impartisce lezioni di stile delle quali, senza meno, cercheremo di far tesoro.

Purtuttavia alla luce delle domande che ci rivolge, dovrà perdonarci se siamo costretti a tornare sulla vicenda degli insulti in spiaggia rivolti ad un bambino affetto da autismo. Un episodio emblematico che si ripropone ogni giorno e che ci consegna un paese pieno zeppo di storie di ordinaria discriminazione ed umiliazione.

Storie che non possono e non devono passare sotto silenzio. Perché il silenzio è il migliore alleato del sopruso, dell’ignoranza, della cattiveria. Bisogna denunciare, svergognare chi umilia non solo una famiglia ma l’intera collettività. Ed invece ci tocca discutere se si tratti di un singolo episodio irresponsabilmente inventato oppure terribilmente vero. Tertium non datur. A sentire il Garante sembra si tratti di una bufala, un gigantesco fraintendimento …tanto rumore per nulla. “Ieri pomeriggio, infatti, sono stato contattato proprio dal Garante - afferma Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons - la quale con toni gravi ha smentito categoricamente che quella schifosa frase sia mai stata pronunciata e tanto poteva affermare atteso era presente in spiaggia”. Confidiamo che vorrà perdonarci se nonostante la sua autorevolissima testimonianza, continueremo a nutrire dubbi su siffatta ricostruzione. Leggiamo che il Garante sente il bisogno di “smentire ogni singola parola” anche se, a ben vedere, non smentisce granché. Comunque, senza volerci inoltrare in una polemica davvero sterile, preferiamo usare le parole della mamma (alla quale ribadiamo la massima solidarietà e vicinanza): “Nel caso specifico non ho registrato dal Garante alcun segno di solidarietà, al contrario quasi un tentativo di sottacere la cosa. Il Garante ha detto che voleva mediare … La preoccupazione del Garante è stata come trattare la vicenda dal punto mediatico, e dove è accaduto il fatto, visto che forse era nel territorio di Ardore e non di Bovalino, come se la cosa cambiasse in qualche modo. Avrei voluto leggere una risposta diversa, più solidale”. Un macigno sui termini di questa brutta storia. Tutto il resto è noia. L’episodio, vero per chi lo ha subito, gonfiato per chi ha l’onere di tutelare, ci fornisce l’occasione, alla disperata ricerca del rispetto perduto, di tornare sui diritti negati ad ogni latitudine. E’ davvero bizzarro un paese in cui invece di occuparsi di tutelare i più deboli, ci si preoccupa solo di salvaguardare l’immagine. E’ davvero curioso un paese nel quale ci si preoccupa soltanto di conferire cariche pubbliche, dimenticando di provare ad occuparsi dei problemi. Come dire, fatto il garante eliminato il problema. Il guaio è che queste famiglie sono davvero sole ed alla luce delle dichiarazioni del Garante lo sono ancora di più. “E’ interesse di tutti, non solo di chi subisce - prosegue Di Lieto - creare meccanismi di denuncia accessibili, fornire servizi di supporto per le vittime e favorire politiche attive per incoraggiare l’emersione delle violenze subite”. Proprio per questo ci eravamo illusi che il Garante volesse supportarci per svergognare chi si è reso protagonista di una frase davvero schifosa che, come detto, non ci risulta essere stata smentita dalla madre del bambino. In fondo - come opportunamente precisato dal Garante - si tratta di fatti accaduti nel comune di Ardore e, quindi, fuori della sua competenza, per cui ben potrebbe, libera da compiti istituzionale, rivelarci il nome di chi ha profferito quella bruttissima frase (anche se, per il Garante, capita male). Per quanto ci riguarda le denunce - siamo costretti a ricordare - come non siano “fini a se stesse”, perché se avessimo il nome di chi ha “vomitato” quella frase, non avremmo (noi) alcuna difficoltà a riproporla in tutte le opportune sedi giudiziarie. Ed il Garante non avrebbe nulla da temere - continua Di Lieto - garantiamo il suo anonimato. Perché dev’essere chiaro a tutti che l’ignoranza, la mancanza di rispetto, la maleducazione e la cattiveria devono essere contrastate in tutti i modi.


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