Cardamone su arresto Battisti: "Grande giorno per lo Stato. Alcuni avrebbero fatto meglio a scegliere il silenzio."

Lunedì 14 Gennaio 2019 16:57 di Redazione WebOggi.it

"L’arresto del latitante Cesare Battisti è la dimostrazione che lo Stato funziona e persegue i suoi nemici. Ed è soprattutto l’occasione perché il senso di Giustizia e Legalità trovi, anche a distanza di 40 anni, forza e consapevolezza."

Così si legge nel comunicato del vicesindaco Ivan Cardamone.

"Credo che questo sia un grande giorno per lo Stato Italiano. Lo è sicuramente per le vittime di Battisti, un terrorista che non si è mai pentito e che ha vissuto, da latitante, impunito e protetto per troppo tempo. Giusta e condivisibile l’affermazione rilasciata di un magistrato implacabile, come Armando Spataro, che ha sottolineato la necessità assoluta che Battisti sconti la sua pena nelle patrie galere. Ma mi fa altrettanto dispiacere, per non dire ribrezzo, ascoltare voci discordanti, anche qui in Calabria, territorio d’origine di una delle vittime di Battisti, che sostengono l’inutilità del carcere per il terrorista, addirittura proponendone la candidatura a docente universitario. A questi soggetti, che si pongono la domanda di che cosa dovrebbe farci il terrorista Cesare Battisti in galera, andrebbe ricordato che rivestono il ruolo di docenti universitari che insegnano in una illustre Università italiana. Sarebbe stato più consono, in relazione al ruolo ricoperto, il silenzio assoluto avendo rispetto per le vittime cadute per mano di Battisti e dei suoi compagni dimostrando, almeno in questa occasione, avversione contro quella ideologia politica che ha determinato una simile barbaria. Una seria presa di distanza del mondo accademico e dei vertici universitari, innanzi a simili dichiarazioni, è il minimo che si possa attendere. È un principio che non può passare inosservato ma che deve anche essere condannato con forza: un terrorista condannato e accertato deve scontare la sua pena. Anche se ha quasi 70 anni, anche se sono passate generazioni da quei gravissimi fatti di sangue. Gli anni di piombo sono stati anni di piombo, e chi ha partecipato ad azioni di terrorismo merita ancora adesso la condanna di tutti, dello Stato come dei familiari delle vittime. Non farlo, cercare giustificazioni, provare a far credere che esistano terroristi buoni e terroristi cattivi solo perché l’ideale di riferimento (ma quale poi?) ha punti in comune, è un modo superficiale e barbaro di riaprire ferite che non si sono mai interamente rimarginate."


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