Sport e reinserimento sociale dei detenuti minori: il Leo Club Catanzaro incontra la realtà del carcere minorile di Catanzaro

Domenica 26 Maggio 2019 21:30 di Redazione WebOggi.it

 

La Corte d’Appello di Catanzaro ospita il convegno sul recupero dei detenuti nelle carceri minorili.

 

Spesso si sente parlare della funzione rieducativa della pena, del recupero e del conseguente reinserimento sociale dei detenuti. Ma quali programmi rieducativi è possibile elaborare nei confronti dei detenuti nelle carceri minorili? Può lo sport essere il volano di una rieducazione del minore? Sono queste le domande alle quali i ragazzi del Leo Club Catanzaro Host hanno voluto dare delle risposte, come si legge nel comunicato, nell’ambito della giornata del 25 maggio, dedicata interamente allo sport quale strumento di reinserimento sociale dei detenuti nelle carceri minorili.

L’iniziativa è stata ideata dal dott. Alessio Russo, socio del Leo Club Catanzaro Host, che ha incontrato il pieno appoggio del Presidente del Leo Club Catanzaro Host, dott. ssa Maria Caterina Zito, e ha visto la collaborazione dell’AIGA sezione di Catanzaro. Durante la prima parte della giornata, si è tenuto un convegno presso la Corte d’Appello di Catanzaro. Il convegno è stato aperto dall’intervento del dott. Russo, che ha spiegato le ragioni di un’iniziativa di questo tipo, sottolineando la diversità del detenuto minore rispetto a quello adulto, diversità che impone una necessaria diversificazione dei metodi di rieducazione e reinserimento sociale del ragazzo. Altresì presenti, per un indirizzo di saluto, l’Avv. Marco Mirigliani, Presidente dell’AIGA sezione di Catanzaro, e la dott.ssa Marzia Colace, Giudice onorario del Tribunale dei Minori di Catanzaro. In particolare, sull’argomento convegnistico è intervenuto il Direttore dell’Istituto Penale per i Minorenni di Catanzaro, Francesco Pellegrino, il quale ha sottolineato la funzione del carcere come luogo di recupero dei ragazzi, i quali nella maggior parte dei casi provengono da esperienze di privazione. Tuttavia – ha continuato Pellegrino – la maggior parte di loro intraprende percorsi di rivalsa, che li porta ad un pieno recupero sociale. Pellegrino ha, poi, posto l’accento sul ruolo che le regole hanno all’interno dello sport. Il pieno rispetto di queste è l’unico modo per aiutare i ragazzi a formare la personalità che li accompagnerà per tutta la vita. Inoltre, il Direttore ha sottolineato l’importanza non solo degli sport di squadra, ma anche delle arti marziali, le quali sono attività formative che portano all’autodisciplina, in un percorso che induce a vedere l’altro non come nemico ma come avversario. A seguire, l’Avvocato Generale Procura Generale presso la Corte d’Appello di Catanzaro, dott. Beniamino Calabrese, è intervenuto mettendo a disposizione dell’uditorio la propria esperienza ventennale nella giustizia minorile. Calabrese ha rappresentato come per molto tempo lo sport sia stato visto come mero strumento per abbassare l’ansia dei detenuti. Ma in realtà – ha spiegato – lo sport è fondamentale perché consiste nel rispetto delle regole e ciò mi ha indotto ad inserirlo  nei progetti rieducativi e di recupero nelle carceri minorili. Sport, tuttavia, non come approccio generalista, ma professionale, come sistema di regole. L’Avvocato Generale ha affermato che il mondo sportivo è speculare alla giustizia: se si rispettano le regole, si ottiene il risultato; se rispettano le regole, i ragazzi possono vincere la partita della loro vita. Inoltre, le regole sportive sono universalmente riconosciute e accettate: abbattono le barriere culturali ed etniche. Valori universali che portano a stare insieme, alla condivisione di valori quali la lealtà e il rispetto dell’avversario. Lo sport può, così, essere realmente uno strumento di educazione, maturazione e autoregolazione del detenuto minore. Il convegno ha visto, altresì, il contributo della dott.ssa Emilia Merante Critelli, psicologo clinico esperto in psicologia giuridica-forense, la quale ha parlato, appunto, dello sport come strumento per ridurre lo stress, l’ansia, ossia stati mentali che potrebbero essere somatizzati. “Quando si parla di aspetto psicologico dello sport – ha spiegato la dott.ssa Merante Critelli – bisogna guardare alla costruzione di un obiettivo comune tra persone che sono costrette a convivere. Inoltre, all’interno del carcere, i ragazzi possono avvicinarsi, tramite lo sport, al mondo esterno”. In conclusione, la psicologa ha letto la lettera di un ragazzo detenuto nel carcere minorile, il quale ha spiegato i benefici che lo sport produce nei confronti di soggetti costretti in spazi limitati. Il convegno si è concluso con l’intervento dell’Avv. Gregorio Casalinuovo, Vice Presidente dell’AIGA sezione di Catanzaro, il quale ha dapprima ricordato il compianto dott. Carlo Caruso, per l’apporto fornito in vita alla giustizia minorile a Catanzaro; successivamente, l’Avvocato ha parlato del ruolo dell’avvocato minorile, il quale dovrebbe, per il compito che è chiamato a svolgere, avere una formazione specialistica. In realtà, – ha continuato Casalinuovo – solo i difensori d’ufficio sono obbligati a seguire corsi di preparazione specifici, mentre per i difensori di fiducia non è previsto un obbligo simile. Ciò porta, inevitabilmente, a figure che non hanno la sensibilità richiesta dal ruolo. Il Presidente del Leo Club Catanzaro Host, dott.ssa Maria Caterina Zito, ha moderato il convegno, ponendo domande ai relatori e affermando il ruolo fondamentale, anche dal punto di vista strettamente della salute, che lo sport svolge nella vita di ognuno. Inoltre, alcuni detenuti del carcere minorile di Catanzaro, presenti in aula, hanno avuto l’occasione di manifestare il proprio interesse per l’iniziativa, fornendo un riscontro fattivo ai programmi di rieducazione basati sullo sport. La seconda parte della giornata ha visto i ragazzi del Leo Club Catanzaro Host e una rappresentativa dei detenuti del carcere minorile di Catanzaro protagonisti di una partita di calcio. Un’iniziativa che ha riscosso grande successo, grazie ai molteplici spunti di riflessione forniti dai relatori, e che ha rappresentato un’occasione di incontro e di rispettiva crescita tra i ragazzi del Leo Club Catanzaro Host e i detenuti del carcere minorile di Catanzaro.

 


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