Coronavirus - Nicola Ventura: "Il virus si sarebbe potuto contrastare con maggiore successo"

Sabato 21 Marzo 2020 19:32 di Redazione WebOggi.it

 

Sono due settimane di vita in casa, una condizione insolita, anzi mai prima verificatasi. Riguarda tutti: ricchi e poveri, donne e uomini, ma anche i bambini. Stare a casa per non infettarci di un virus “nuovo”, che ancora non sappiamo combattere bene. Siamo tutti molto preoccupati. Aspettiamo il bollettino quotidiano per sapere quanto sono i morti, i feriti e i sopravvissuti: i guariti. È il bollettino di una guerra anomala contro un nemico che sappiamo esserci, ma che non vediamo. Ha dichiarato guerra a tutti gli esseri umani. Gli italiani ne sono particolarmente colpiti, ma non tutti in ugual modo: il Mezzogiorno, compreso la Calabria, a oggi lo è di meno. Speriamo che il nemico, il Corona Virus, non sfondi la nostra linea “Gustav” di difesa e dilaghi." Così si legge nella riflessione arrivata in redazione a firma di Nicola Ventura, già assessore comunale di Catanzaro.

 

"Una persona costretta in casa, soprattutto dopo i primissimi giorni, anche piacevoli, ha necessità di organizzare il lungo tempo a disposizione. Io ne dedico molto a leggere, scrivere, ordinare le mie carte, la biblioteca; ascolto musica, e la sera cerco di distrarmi vedendo un bel film. Ieri su un canale, che non ricordo, era in visione “la guerra dei Mondi”: la Terra è salvata, dall’attacco di mostri alieni, da batteri, virus capaci di uccidere gli invasori. La situazione nostra è inversa a quella del film, noi abbiamo bisogno di un “mostro” capace di uccidere o neutralizzare il virus. In ogni caso la vittoria dell’umanità, con cui finisce il film, può essere colta quale messaggio di speranza.

 

In questi giorni, che il tempo è sempre di più molto disponibile, penso tanto: penso che forse sarebbe stato possibile in Italia, ma anche altrove, contrastare il virus con maggiore e più rapido successo, se parecchie risorse fossero state utilizzate per il bene comune degli esseri umani e a tutela della natura.

 

Penso ad una redistribuzione della ricchezza, i ricchi dovranno dare molto di più allo Stato, cioè a tutti; penso che ridurre gli enormi sprechi, della parte più opulenta del mondo, potrebbe farci vivere tutti anche meglio; penso che bisognerà invertire l’acculturamento che ci fa correre tutti i giorni verso la conquista del futile, dell’inventato bisogno, a scapito delle cose che contano davvero, ad esempio della vita. Penso che la società del liberismo sfrenato, dei pochissimi ricchi e dei tantissimi poveri non va bene. Penso, allora, che dobbiamo organizzarci diversamente.

 

La scelta del privato, delle privatizzazioni, e il conseguenziale depauperamento della qualità e quantità dei servizi pubblici, ha comportato la limitazione e differenziazione dei diritti, colpendo particolarmente i più poveri, i più disagiati, i più indifesi. In Italia i tagli alla sanità pubblica, corposi, più di 37 miliardi, decisi dai governi Berlusconi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni e Conte, hanno penalizzato, e molto, la sanità pubblica, che non è sostituibile; si scopre che la sanità privata è altra cosa, che non potrà mai occuparsi, in ugual modo, delle risposte che solo l’intervento socio/sanitario pubblico e universale può dare. Quando questa tragica esperienza sarà finita, si porrà la necessita di ripristinare pienamente e rilanciare il Sistema Sanitario Nazionale; chiudendo la “parentesi” dei sistemi sanitari regionali (delle piccole nazioni).

 

Penso alla sofferenza dei colpiti dal virus, ma anche a tutti coloro che stanno subendo conseguenze gravissime dalla chiusura della mia regione: artigiani, commercianti; coloro che alla giornata guadagnavano qualcosa, anche in nero, ma che portavano il pane a casa. Penso anche all’immigrato che non ha alcuna possibilità; al mendicante che costretto a stare a casa, subisce contraccolpi seri.

 

Mando un pensiero di riconoscenza e orgoglio agli operatori della sanità, che in trincea combattono una guerra nuova e pericolosa per loro e le famiglie. Per ringraziarli bene, bisogna osservare severamente le prescrizioni (stare a casa, lavarsi, ecc.) perché non ci faranno andare in ospedale e metteremo in condizioni migliori di lavorare chi ha il compito di assistere e aiutare a guarire chi è ricoverato. Meno ricoverati, migliore assistenza."

 


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