
PASSAGGIO DEL TESTIMONE ALL’UNIVERSITÀ POPOLARE DI ROSSANO
Martedì 04 Luglio 2017 18:58 di Redazione WebOggi.it
PASSAGGIO DEL TESTIMONE ALL’UNIVERSITÀ POPOLARE DI ROSSANO
MERCOGLIANO NUOVO DIRETTORE – SAPIA PRESIDENTE
ROSSANO. Dopo trentasette anni ininterrotti come timoniere dell’Università Popolare “Ida Montalti Sapia” di Rossano, giorno 29 giugno u.s.,in occasione della presentazione del libro: Il catechismo del Codex Purpureus Rossanensis, una pubblicazione collettanea opera di membri del Consiglio dell’Università Popolare e di suoi autorevoli estimatori e amici, edito dalla stessa Università Popolare e dalla Imago Artis Edizioni, donata in omaggio a tutti i presenti, curata dal prof. Giovanni Sapia, nella sala Rossa di palazzo San Bernardino in Rossano Centro Storico, nello stesso luogo dove l’Università Popolare è nata e ha cominciato a muovere i primi passic’è stato l’annunciato passaggio del testimone alla guida dell’Istituto rossanese tra il suo fondatore prof. Giovanni Sapia, decano della cultura rossanese e il professore Gennaro Mercogliano, già Vice Direttore,“il più continuo, -scrive lo stesso Sapia- nella piccola schiera di seguaci, nella vicinanza alla mia laboriosa attività”. Un’attribuzionedi compiti, mansioni e ruolo finora ricoperti dallo stesso Giovanni Sapia che ne hadelineatole lineeall’interno del suo messaggio conclusivo con le seguenti parole: “nell’atto di deporre il peso delle funzioni dirigenziali per assumere quelle non meno responsabili, ma meno gravose, di presidente, consegno alla città attraverso le mani del mio successore questo mio consuntivo”. “Un atto d’amore fedele e caparbiamente eguale, durato trentasette anni ed espresso in un viaggio senza stazioni nel mondo vario della cultura”. Un viaggio, colgo l’occasione per aggiungere,da me documentato in due volumi:L’Università Popolare di Rossano – Le opere e i giorni. (1979-2014),con il quale furono celebrati i primi trentacinque anni dell’Università Popolare e quello più recente: L'Università Popolare di Rossano - Cronologia degli argomenti trattati (1981-2016), durato trentasette anni. Un momento dirivisitazione e di sintesi, cheha reso possibilesalvaguardarecome in uno portagioieun importante tassello di storia di Rossano.
La serata, in un clima di affettuosa vicinanza all’Istituto e al suo Direttoresi è dipanata come da programma con i saluti di rito portati per l’Università Popolare dal suo stesso Direttore prof. Giovanni Sapiain un messaggio scritto per l’occasione e letto dal Dott. Francesco Rapani, coordinatore anche della serata, dal Sindaco della Città Stefano Mascaro e dall’Assessore alla Cultura, Serena Flotta, cui ha fatto seguito la lettura della Prefazione al volume a cura del Dott. Franco Cirò ela relazione sul libro del Dott. Giovanni Morello, della Biblioteca Apostolica Vaticana, di Roma che ha tracciato un considerevole e ben articolato exscursussulla struttura del libro e i suoi contenuti, seguito a sua volta dal Prof. Armando Maglione artefice unico del lavoro di impaginazione del libro, “che da lontano -come ha avuto modo di scrivere il prof. Sapia nella sua Prefazione- ne ha sorvegliato e sorretto il crescere con tutte le risorse della politezza e dell’armonia” con “generosa dedizione”, che ha ringraziato il prof. Giovanni Sapia per avergli affidato tale compito affermando: “mi sono limitato di aggiungere di mio solo la bibliografia”. Hannofatto seguito poi i contributi di S.E. Mons. Graziani e di S.E. Mons. Milito, rispettivamente vescovi di Crotone-Santa Severina e di Oppido Mamertina-Palmi. Interventicuisono seguite le conclusioni del neo Direttore, prof. Gennaro Mercogliano, a tratti visibilmente commosso ed emozionato, che nel raccogliere l’eredità ricevuta, ringraziando il prof. Giovanni Sapia per il privilegio assegnatole caricandolo di forte responsabilità ha voluto congedarsi dai presenti con il seguente messaggio.
“LA DEA ROSSANA - C’è una dea sublime e dimessa che ci ammonisce e ci osserva mentre saliamo queste scale, la Dea Rossana, incastonata in una teca artigiana con epigrafe esplicativa in caratteri che non potevano non essere greci, cioè bizantini: Théa¢Possàna. Essa ha illuminato i nostri giorni ogni qualvolta siamo venuti qua (sono ormai quarant’anni) a dare di noi la parte migliore, a fare le prove di un’ascesa che si è concretizzata nel consenso e nell’affetto che ci avete sempre manifestato e che ci manifestate anche in questa serata, che è di semplice transizione di funzioni operative.
Rossano prima di tutto. E il suo figlio migliore, Giovanni Sapia, il quale ci trasmette affetto e stima nel consegnarci ciò che ha di più caro, l’Università Popolare, intitolata a zia Ida, la nobile consorte, iscritta sotto la stella della virtù che veglia sull’allegoria dell’Accademia degli Spensierati: una nave che viaggia, priva di arredi, in mare tempestoso.
Egli ci affida così il senso e la bandiera di una vita che continua lucida e attiva nel nome di quella Dea che ci illumina e alla quale così mi rivolgo: “In ogni angolo ho lasciato un po’ di me, / paese mio,/ che mi riservi sempre una sorpresa/ se trascorro dai vicoli alle piazze/ o se m’inerpico sulle tue montagne/ per cercare l’azzurro, / il cielo o il mare. /E tutta ne fu presa la mia anima/ ogni volta che in te penetrava/ nel vergiliato che giammai concludo./ Come l’ulivo trepido alle fonti/ in te ho profondato mie radici/ ridisegnando fasti bizantini/ su gloriosi sentieri achiropiti./ Tu mi hai elevato a cittadino/ con le storie dei tuoi luoghi incantati,/ con gli emuli trastulli e la tua scuola./ E tutta tornerei a berti,/ in un sol sorso,/ giovinezza mia,/ mia dolce culla, mio ricetto eterno.”
Raccolgo, raccogliamo, una eredità pesante, ma solo per ciò riguarda l’insostituibile presenza del leader, il quale, anche questa volta, ha saputo offrirci segni plurimi e tangibili della sua eterna vitalità d’intelletto e di cuore:“il cuore del suo cuore” –potrebbe dire Benedetto Croce-, facendosi interprete dei talenti di chi ora è Presidente attivo dell’Istituto, eletto all’unanimità da tutti noi siamo i discepoli.
Un manipolo di colleghi insieme ai quali mi accingo ad intraprendere una difficile navigazione nel mare grande della cultura e della civiltà, di fronte alla sacra reliquia del CodicePurpureo; e nell’intesa operativa che abbiamo da tempo stabilito col suo illuminato custode, l’arcivescovo mons. Giuseppe Satriano, al quale ho dedicato il mio libro sulla traslazione, qui nella nostra Città, del più bel libro che l’umanità possieda.
Io stasera non parlerò né dell’imperatrice Teofano né di Giovanni Filagato (Giovanni XVI, il papa di Rossano). E neppure vi parlerò dell’imperiale, prolungato soggiorno dell’intera corte sassone nel X secolo qui nella nostra Città, “città di Dio e dell’imperatore”, “specchio di Bisanzio”, come sottolineava Filippo Burgarella, nostro mentore, il quale, anche in questa occasione, ci augura ogni bene, promettendoci un saggio dedicato e il conforto della sua alta scienza. Col medesimo affetto ci è stato vicino Fausto Cozzetto, in ogni momento della fase preparatoria di questa vigilia d’armi. (Sarebbe cosa poco opportuna per me dilungarmi su questioni pur nuove di critica storica destinate ad ampliare gli orizzonti della conoscenza e della nostra coscienza civile, perché a questo serve la storia:testis temporum, nuntia vetustatis, lux veritatis, secondo la celebre definizione di Marco Tullio Cicerone). Perciò vi invito a leggere e a compulsare gli innumerevoli e qualificati contributi che il libro che oggi si presenta contiene, così sapientemente illustrato dalla perizia dei relatori e dai diversi interventi che si sono succedutinella loro essenziale brevità.E’ tardi. Un alto compito ci attende. Deus provideat et apud nos maneat, perché qui -come scrive il poeta perplesso dei tempi moderni- “Qui delle divertite passioni/ per miracolo tace la guerra;/ qui tocca anche a noi la nostra parte di ricchezza…/ Qui “sono i silenzi in cui si vede/ in ogni ombra umana che si allontana/qualche disturbata Divinità…/. Trionfa qui l’amicizia“e il gelo del cuore si sfa,/ e in petto ci scrosciano le canzoni/ le trombe d’oro della solarità”. Grazie, auguri.
Franco Emilio Carlino, componente Università Popolare “Ida Montalti Sapia” – Rossano.