
OMICIDIO ROSSO: CONFERENZA STAMPA IN PROCURA, MANDANTI E MOVENTE
Giovedì 13 Dicembre 2018 16:38 di Redazione WebOggi.it
Si è appena conclusa la conferenza stampa per l'operazione "Quinto emendamento" che ha condotto stamattina all'arresto dei due presunti mandanti dell'omicidio di Francesco Rosso, avvenuto il 14 aprile 2015 a Simeri Mare, nella macelleria di cui era titolare.
Dopo l'arresto a settembre degli esecutori materiali Danilo Monti ('91), Gregorio Procopio ('62), Antonio Procopio ('87), Vincenzo Sculco ('88), gli investigatori guidati dalla Procura di Catanzaro, con un incessante lavoro di intercettazioni, analisi dei dati e confronti, sono arrivati ad individuare i due presunti mandanti dell'omicidio: Evangelista Russo, di 70 anni, titolare di una ditta riparazioni di veicoli industriali e il suo fedelissimo dipendente Francesco Mauro, di 41 anni, coloro, cioè, che avrebbero pagato 30.000 Euro in cambio della vita del Rosso e verso i quali è scattata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere.
Già dai filmati delle ore prossime a quel 14 aprile 2015 si era reso evidente il coinvolgimento del mandante Russo e di Mauro, il cui ruolo sarebbe stato trovare gli esecutori, studiare il piano criminale e fornire loro l'arma; le instancabili indagini della Compagnia dei Carabinieri di Sellia Marina, guidata dal comandante Alberico De Francesco e insieme al tenente Pierantonio Tarantino, hanno poi permesso, attraverso intercettazioni ambientali e telefoniche, di chiudere il quadro probatorio, dal quale risulterebbe un'acrimonia ventennale mai sopita nel tempo, un'inamicizia tra i patriarca Russo e Rosso che era già culminata con un tentato omicidio nel 2003 e che nel 2015 ha avuto un epilogo terribile.
Secondo il procuratore capo Gratteri "questo di Francesco Rosso è un'omicidio brutto in maniera particolare, perchè è avvenuto di giorno, con il rischio del coinvolgimento di passanti, e perchè mostra un quadro desolante in cui molti sono abituati a risolvere i problemi con la violenza. Ma devono capire che la ricreazione è finita"
Anche il procuratore aggiunto Capomolla è dello stesso avviso e aggiunge: "Dalle intercettazioni appare evidente come il Russo gioisse delle sfortune della famiglia Rosso, e di contro subisse negativamente i loro successi, attribuendo a questi ultimi la colpa dei propri fallimenti; una situazione di invidia professionale, odio solidificatosi nel tempo ed esasperazione dei rapporti che ha portato ad una sete di vendetta implacabile".