Lombardia e Emilia Romagna le regioni più inquinate d'Europa

Domenica 31 Maggio 2020 15:04 di Isabella Pesce

Diversi studi hanno già confermato la correlazione funesta tra inquinamento e letalità del Covid19. Oltre alla diffusione più estesa dovuta alle particelle di particolato che fungono da vettori del virus, i danni cronici provocati ai polmoni sono il terreno fertile per agenti infettivi come il coronavirus.

Uno studio dell'Unità investigativa di Greenpeace Italia, in collaborazione con ISPRA, indaga i settori maggiormente responsabili dell'inquinamento in Italia.

L'ammoniaca concorre in maniera importante, con azoto e zolfo, alla formazione dello smog.

Cruciale, ad esempio, in Lombardia (con l'Emilia Romagna tra le regioni più inquinate d'Europa) è il ruolo degli allevamenti che producono circa l'85% dell'ammoniaca liberata nell'atmosfera.

"Questo dato corrisponde mediamente a un terzo del PM della Lombardia, ma durante gli episodi acuti tale contributo aumenta superando il 50 per cento del totale. I Comuni dovrebbero stabilire qual è il numero massimo di allevamenti e capi allevati che è possibile avere sul loro territorio, perché altrimenti i danni si ripercuotono sui cittadini” afferma Riccardo De Lauretis, responsabile dell’area emissioni e prevenzione dell’inquinamento atmosferico di ISPRA.

“Gli allevamenti intensivi non solo si confermano la seconda causa di polveri sottili, ma si può osservare come dal 1990 al 2018, il loro contributo sia andato crescendo. Paradossalmente, però, una gran quantità di soldi pubblici continua a foraggiare questo sistema, a cominciare dai sussidi della PAC” commenta Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “Per ridurre le emissioni di ammoniaca e quindi le concentrazioni di particolato il settore allevamenti potrebbe fare molto. Puntare sulla qualità invece che sulla quantità è una priorità: attraverso produzioni che rispettino alti standard anche dal punto di vista ambientale, possiamo rilanciare il nostro Made in Italy dopo questa difficile fase emergenziale, per questo le strategie future, come il Green Deal europeo e Farm to Fork, e strumenti come la PAC devono prevedere risorse adeguate per aiutare le aziende agricole a ridurre il numero degli animali allevati e nel passaggio a metodi di produzione ecologici”.

Il rischio, altrimenti, avverte ISPRA, è che “mentre abbiamo centrato i limiti emissivi per tutte le sostanze per il 2020, se la situazione attuale non cambierà per l’Italia sarà molto sfidante, per non dire difficile, stare entro i limiti fissati per il 2030”.


Galleria Fotografica




Notizie più lette