
La UISP ricorda la tragedia di mamma Giuseppina sul Gariglione
Mercoledì 05 Settembre 2018 09:21 di Redazione WebOggi.it
Si è svolta domenica scorsa 2 settembre, sulle cime della Sila, l'ennesima iniziativa sportiva non agonistica del comitato UISP (Unione Italiana Sport Per tutti) di Catanzaro e dell'asd Calabriando di Catanzaro: una camminata nella natura maestosa della montagna calabrese, che partendo dalla presa sul fiume Tacina ha portato il gruppo (circa 30 persone) alla località detta "mamma Giuseppina" e a Torre Rinosi, cioè presso alcuni dei luoghi più suggestivi e meno noti della Sila, posti a ridosso del monte Gariglione. Questa volta gli organizzatori hanno denominato l'iniziativa "Camminata d'altri tempi" per permettere agli escursionisti di fare un passo indietro nella storia, rigorosamente a piedi, di ben 71 anni. Era l’autunno del 1947, quando in questa zona impervia della Sila, all'epoca chiamata “Terra ‘e Pagliàru”, avvenne una tragedia che portò alla morte di una giovane madre, Giuseppina Carvelli di Petilia, e della sua unica figlioletta Teresa di quattro anni. La tragedia che provocò la loro morte avvenne l’1 settembre del 1947, quando delle scintille fecero esplodere la tenda che ospitava la sfortunata famiglia di Domenico Madia, geometra che all'epoca aveva l'incarico di capocantiere nella costruzione dell'acquedotto che, dall'alta valle del Tacina, porta l'acqua della Sila nel crotonese. La polvere utilizzata per fare saltare la roccia nelle gallerie dell’acquedotto era stata solo temporaneamente allocata nella tenda, posta a venti metri dalla baracca di un'altra famiglia che viveva pure isolata in questo scorcio di montagna, e i cui membri furono testimoni oculari dei fatti. Si salvò dalla morte solo il padre, che era al lavoro sul cantiere. La madre Giuseppina, vedendo del fumo uscire dalla tenda, si precipitò a salvare la figlia, ma non fece in tempo e morì anche lei. La storia della tragedia è stata rievocata agli escursionisti sul posto esatto (oggi denominato "Mamma Giuseppina" proprio in ricordo dell'estremo sacrificio di quella madre) da Michele Belcastro, il quale ha letto un passo del suo libro "Storie d'altri tempi" proprio davanti alle “due croci, che ricordano il luttuoso evento poste su un altarino costruito con le pietre che avevano sorretto la tenda. In una lastra di marmo, incastonate vi sono le foto delle due vittime. A fianco, una targa dell’Ente Parco della Sila e del Corpo Forestale dello Stato ricorda al viandante il sublime sacrificio di una mamma". Belcastro ha rievocato nel dettaglio la tragedia ai camminatori; era infatti all'epoca un bambino di nove anni che viveva con la sua famiglia praticamente isolata proprio in quei luoghi perché suo padre era l'addetto alla sorveglianza della vicina presa del Tacina; corse con la famiglia sul luogo dell'incidente per dare soccorso e vide purtroppo con i propri occhi quanto era successo. Dopo un lungo momento di raccoglimento, dedicato anche alle vittime della recente tragedia del Raganello, il gruppo dei soci UISP si è incamminato in salita verso Torre Rinosi, una struttura recentemente ristrutturata a bivacco, a cui è legata una leggenda che narra della presenza in zona dei briganti e di un ipotetico tesoro allocato nelle vicinanze. La camminata (di 7 chilometri) ha permesso anche di ammirare le opere idrauliche realizzate negli anni trenta del novecento dalla SME (Società Meridionale Elettrica) sul fiume Tacina; qui, infatti, venivano captate le acque con una presa per poi farle defluire tramite una galleria di 5 km nel lago Ampollino, cosiddetto "lago pilota". La camminata, come la UISP fa già da diversi anni a questa parte, si è svolta come al solito in piena sicurezza, cioè con il supporto di esperti istruttori di escursionismo UISP, di un medico, di un defibrillatore e di personale abilitato al pronto soccorso.