La battaglia per Giovino unisce la città, gli interventi al dibattito aperto

Domenica 17 Marzo 2019 12:00 di Isabella Pesce

 

Una battaglia che ha lo slancio della rivalsa e il comune sentimento di appartenenza ad una terra in pericolo, come non accadeva da anni. La partecipazione massiccia della cittadinanza all’assemblea pubblica che si è tenuta ieri pomeriggio al dopolavoro ferroviario di Catanzaro Lido sul futuro del comparto Giovino - Alli, ne è la dimostrazione.

 

Circa 300 le persone presenti, consiglieri di maggioranza e opposizione, associazioni e semplici cittadini, ordini professionali, la sala gremita e attenta ha potuto analizzare la questione sotto più aspetti grazie agli interventi moderati dal giornalista Massimo Tigani Sava. Gli assenti potranno recuperare la diretta integrale sul gruppo facebook Sei di marina se.

Presenti tra gli altri anche l’assessore Robbe, la senatrice Lauara Granato, e il presidente della commissione anti ‘ndrangheta Arturo Bova eil presidente di Confcommercio Calabria Cantrale Pietro Falbo.

 

 

 

Molto attesa la riflessione del professore Nicola Fiorita che ha prima di tutto ringraziato i cittadini e i consiglieri comunale presenti, soprattutto Mancuso e Pisano in rappresentanza della maggioranza e “testimoni di un’apertura al dialogo.”

 

Concertazione, sostenibilità e previsione sono stati i punti centrali del suo intervento: “la questione Giovino non riguarda solo Catanzaro Lido ma tutta la città. È l’arma che abbiamo per immaginare un futuro diverso. La divisione che vive adesso la città tra centro storico, Giovino e Germaneto va superata attraverso la crescita – spiega Fiorita - non si può pensare ad una ri-unione spostando una facoltà da una parte all’altra.

 

Quello che ci auguriamo è che un PSC che parte a costo 0 non sia anche ad utilità 0. Sbagliare su Giovino sarebbe un delitto gravissimo, ma non possiamo pensare di non fare niente. Non siamo per la tutela indiscutibile dell’area, nemmeno contro il cemento in assoluto, ma contro il cemento inutile. Non si può decidere cosa fare di 232 ettari senza un dato, quando anche per aprire un bar è opportuno fare un’indagine di mercato, Abramo ha parlato di concertazione, certo, ma non basta un convegno, servono laboratori di partecipazione e discussione continua, masterplan, e bisogna immaginare che tipo di città vogliamo vivere tenendo conto di trasporti, infrastrutture, servizi e tutela dell’ambiente. Se perseguiamo questi intenti possiamo cambiare le cose, altrimenti ci accoderemo a quello che vediamo percorrendo la 106 da Reggio Calabria a Trebisacce.

 

Le specifiche tecniche sono state affidate, in apertura, all’urbanista Pasquale Squillace che per prima cosa puntualizza l’area in oggetto: Giovino-Alli e non solo Giovino. Una precisazione necessaria per inquadrare meglio la grandezza di “un’area percepibile a livello regionale, più grande del quartiere marinaro intero, più di Soverato. Non è semplicemente il quartiere di Giovino comunemente inteso, ovvero un agglomerato urbano, frutto di una situazione molto complessa, visto che inizialmente doveva essere a destinazione industriale e prevedere un piano di recupero” spiega Squillace. “Sono 232 ettari di area morfologicamente omogenea, in cui non si è costruito molto, priva di opere primarie e secondarie di urbanizzazione, priva di accessi idonei, ci sono solo strade di campagna. Non è un caso che il folle che ha pensato di fare questo grande comparto arrivi fino alla statale 106, visto che è la prima arteria di viabilità importante.

 

La domanda ricorrente del dibattito, esposta impeccabilmente da Squillace è stata: Col PSC alle porte perché si procede in tutta fretta per bypassarlo? Il piano Strutturale comunale- spiega l’urbanista ai non addetti ai lavori - non è un semplice piano regolatore che disciplina l’uso del suolo, il piano strutturale è un piano progettuale che studia le conseguenze di determinati interventi su tutta la città. E l’urbanizzazione di 232 ettari va da sé che abbia ricadute non solo sul Lido di mastro Ciccio.

 

Intriso di passione e veemenza l’intervento di Franco Cimino: “Questa di Giovino è la più importante battaglia politica che si possa fare d qui a 30 anni a Catanzaro. Una battaglia iniziata 15 anni fa quando per una serie di furberie legate alla concezione del vigente piano regolatore, in questa realtà si stavano realizzando importanti lottizzazioni. Bloccate da Olivo perché si era capito che il volto della città sarebbe stato irrimediabilmente deturpato. Perché in questi 10 anni di Giovino non si è più parlato? Perché non si è parlato della necessità politica e urbanistica del disegno di un nuovo piano strutturale, visto che il vigente è considerato ostativo per lo sviluppo della città. Perché queste discussioni non sono avvenute in nessun ambito. Questa battaglia iniziata 15 anni fa deve riprendere con uno spirito nuovo di difesa della città. Le numerose persone presenti fanno ben sperare. Non bisogna dimenticare che una parte di Giovino è stata già cementificata e persa. Il lungomare e la pineta non si vedono, è già coperta da palazzoni costruiti mese per mese e noi siamo stati zitti. Il pericolo maggiore di quello che potrebbe accadere è quello di cambiare il volto della città che vorremmo unita, dividendola definitivamente.

 

Pino Macrì presidente dell’ordine degli architetti di Catanzaro parla di una matassa ingarbugliata che si può districare solo con la partecipazione “la soluzione potrebbe essere un concorso internazionale con un masterplan di iniziativa pubblica, coinvolgere studiosi pagati, professionalità qualificate che sappiano sfruttare le opportunità esistenti”

 

Pino Caruso, presidente dell’associazione Le Dune pone invece un accento naturalistico al dibattito: “L’area di Giovino-Alli è piena di risorse ambientali, piante protette da una legge regionale del 2001. Ulteriori ricerche in corso stanno individuando altre specie molto rare estinte in altre parti d’Italia e per quanto riguarda la fauna sono presenti uccelli molto rari, uno addirittura protetto dalla direttiva europea Habitat.”

 

Sergio Costanzo, consigliere d’opposizione dopo aver fatto un exursus politico sulle varie delibere a tema urbanistico del comparto, dal 97 ad oggi sottolinea l’ambigua fretta da parte dell’amministrazione che non permetterebbe di aspettare il PSC imminente.

 

Anche Gerry Cuffaro, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Catanzaro, ha esaminato la questione da un punto di vista complessivo: “Già dal piano Marconi si può considerare scempio quello che è stato fatto a Catanzaro, il naturale sviluppo doveva avvenire verso il mare. Questa è la riflessione di partenza con cui la politica si può affiancare proficuamente al lavoro dei professionisti. Il problema di Cz Lido è la viabilità – sottolinea Cuffaro - offrire una variante alla 106. Diamo luogo a un PSC corretto che possa perseguire gli interessi collettivi, perché i nostri figli non dicano in futuro che noi oggi abbiamo finito di distruggere la città”

 

Hanno poi preso parte alla discussione Francesco Mardente M5S che invita a contrastare chi vuole privare la città della bellezza di Giovino, a togliere la mano dal barattolo di marmellata a coloro che sono per uana cementificazione selvaggia; l’avvocato Giacomo Carbone, primo residente di Giovino, l’Architetto Biagio Cantisani, Eugenio Occhini, ex consigliere comunale, Valentina Mazza del wwf, la prof. Maria Adele Teti, e l’ing. Domenico Angotti.

 


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