Fanno picnic, toilet e pennichella indisturbati in un'aiuola. Nessuno si accorge di ciò che accade ogni giorno in centro.

Specifichiamo: questa non è una polemica di stampo razzista. E' solo la cronaca di un fatto che avviene quasi quotidianamente in un'aiuola del centro storico e deve farci riflettere. Deve farci riflettere su tante cose: sul disagio sociale che stiamo vivendo, sulla disparità nei controlli al cittadino, sulle soffocanti pretese nei confronti di bar, tavole calde e rosticcerie su orari di somministrazione, distanziamento sociale, assembramento, quando invece...

Quando invece c'è chi non ci pensa proprio. E organizza la propria pausa pranzo in stile hippie. Le foto purtroppo dicono poco, scattate da lontano e a pranzo consumato. Ma capita spesso che una banda di cittadini di etnia rom organizzi il proprio "pic-nic" nell'aiuola sita in piazza Garibaldi, nel centro di Catanzaro (accanto chiesa di San Giovanni). 

Non parliamo di mascherine o distanza minima: parliamo proprio di misure minime di igiene. L'allegra banda apparecchia il proprio pranzo sulle panchine, affetta il pane, organizza i panini, apre vaschette con diverse pietanze, bibite alcoliche e analcoliche, frutta. Poi, al "bisogno", l'aiuola diventa toilette a cielo aperto. Infine la panchina si trasforma nel posto giusto per la pennichella delle ore 14. 

Inutile raccontare della quantità dei rifiuti dei più vari che restano tra aiuola e panchina. Dell'olezzo che proviene da quell'aiuola. Tutto ciò accade sotto gli occhi di chiunque e in pieno giorno, senza che nessuno intervenga. Non si tratta di clochard, di senza tetto. Si tratta di gente (indipendentemente dall'etnia) che disconosce la legge e le regole di convivenza sociale. 

Gente che non viene sanzionata, che agisce indisturbata e non acquisirà mai consapevolezza del proprio grave comportamento.

Come spesso accade, ci preoccupiamo di vedere la pagliuzza e non la trave. Ma tant'è.