Catanzaro - ' Ndrangheta , i dettagli degli arresti e i retroscena efferati. Tra i 12 fermi anche una donna. (VIDEO)

Giovedì 10 Gennaio 2019 14:00 di Adriana Guzzi

Il provvedimento di fermo esguito alle prime luci dell'alba, porta la firma della Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e del Procuratore Nicola Gratteri, ma ha in sè un lavoro congiunto tra Procura e forze dell'ordine. Questa l'impronta nelle parole di Gratteri ai giornalisti poco fa, nella sede di Catanzaro della Dda.

"Un ulteriore episodio di una strategia che ci siamo dati ormai due anni e mezzo fa in questa procura, con i vertici delle forze dell'ordine, in particolare con i Carabinieri, sul circondario di Lamezia Terme. Siamo presenti sul territorio con un controllo quasi asfissiante, che ci da la possibilità , attraverso le indagini di monitorare e ottenere risultati. Queste indagini sono state possibili perchè è stato sposato un progetto, un'idea condivisa con le forze dell'ordine che ci permette di lavorare con entusiasmo e serenità. I fermi di stamattina sono importanti perchè è all'interno di queste realtà mafiose che sono maturati gli omicidi degli anni scorsi,brutti, efferati. Come quello dell'Avvocato Pagliuso"

Frasi che sanno di continuità e determinazione, del lavoro di squadra dietro a uno dei traguardi raggiunti nella lotta alla mafia in Calabria.

 

L’indagine, condotta dal Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Catanzaro e coordinata dal Procuratore, dott. Nicola Gratteri, e dal Sostituto procuratore, dott. Elio Romano, è stata sviluppata nell’ambito degli approfondimenti investigativi inerenti gli omicidi dell’Avvocato Francesco PAGLIUSO e di Gregorio MEZZATESTA, perpetrati, entrambi con l’aggravante delle modalità mafiose, rispettivamente, a Lamezia Terme (CZ), la sera del 9 agosto 2016, e a Catanzaro, la mattina del 24 giugno 2017.

 

Le 12 persone convolte nell'operazione "Reventinum", apparterrebbero alle due famiglie che si contendono il controllo del territorio di Lamezia Terme e provincia: gli Scalise e i Mezzatesta, derivanti dalla scissione del Gruppo storico della Montagna, nell’area catanzarese del Reventino compresa tra i comuni di Soveria Mannelli (CZ), Decollatura (CZ), Platania (CZ), Serrastretta (CZ) e territori limitrofi. Vari i reati contestati : associazione di tipo mafioso e, a vario titolo, dei delitti di estorsione, sequestro di persona, violenza privata, danneggiamento a seguito di incendio, detenzione illegale di armi, aggravati dal metodo e dalle finalità mafiose. Tra loro anche una donna, la compagna di uno degli elementi di spicco della cosca Mezzatesta, la quale risponde del reato di associazione di tipo mafioso. La donna, emerge dalle indagini , sarebbe stata il tramite dal carcere per far raggiungere agli affiliati liberi le disposizioni e le direttive per definire le strategie criminali del gruppo mafioso.

Inquietanti i dettagli che emergono dall'inchiesta circa il sequestro che sarebbe avvenuto,ai suoi danni , due anni prima dell'omicidio di Francesco Pagliuso. L' avvocato,  sarebbe stato incapucciato e portato in montagna, e poi sarebbe stata scavata una fossa con una ruspa costringendo l'uomo in ginocchio davanti allo scavo.

Scorci mostruosi che il procuratore evidenzia per rimarcare le violenze psicologiche, la prostrazione e l'umiliazione che si cela dietro le dinamiche mafiose. "Noi siamo riusciti ad entrare fin dentro le viscere di questa organizzazione,lavoro di investigazione pura, di intercettazioni, che poi sono state confermate da alcuni collaborazioni di giustizia che hanno sostanzialmente rafforzato ciò che noi avevamo già provato." afferma ancora Nicola Gratteri.

"L'intento delle forze dell'ordine è quello dell'affermazione della legalità, di eliminazione di qualsiasi zona franca e soprattutto di ripristino di primato dello Stato sul territorio."

La sensazione, anche nelle parole Colonnello Marco Pecci, comandante del comando provinciale dei carabinieri di Catanzaro è che la sensibilizzazione dei cittadini, cominci a portare i suoi frutti. Dagli abitanti del territorio, spesso attanagliati dalla paura di parlare, arrivano i primi segnali importanti. Segnali di apertura e collaborazione, che permettono un intervento più tempestivo anche in zone, fino a qualche anno fa, soffocate dall'omertà e dal timore.

Soddisfazione e fiducia sui volti dell'intero pool che ha collaborato alle indagini, e che oggi sferra un altro duro colpo alla criminalità organizzata calabrese.


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