L'intervista. “La caduta del vento e delle foglie”: il catanzarese Giacomo Perez presenta il suo primo romanzo

Giovedì 04 Febbraio 2021 18:38 di Redazione WebOggi.it

"Gli occhi un tempo limpidi del capitano Luce Elamus sono ormai torbidi. Troppa la morte, troppo il dolore. Sono anni che gli artigli dei Sei Domini, l’impero del Numinerede, graffiano i confini di Esirmatel, bramosi delle sue terre e delle sue città. Richiamato nella capitale Delemas per presentarsi al cospetto di re Phelian e del Consiglio del Trono d’Ebano, Luce potrà ritrovare Namoe, la sua amata moglie, che intanto sta concludendo gli studi da apprendista nell’Accademia dei Rafhota. Delemas, con i suoi complotti, risulterà un luogo pericoloso quanto il campo di battaglia e i due saranno coinvolti nei suoi intrighi mentre la guida del regno si scoprirà fragile come cristallo".   

E’ l’atmosfera che avvolge il libro di Giacomo uca Perez, docente e scrittore, cresciuto a Catanzaro e ora trapiantato a Bergamo. “La caduta del vento e delle foglie” (edizione Albatros Il Filo) è la sua prima fatica letteraria, nata dai continui viaggi tra Lamezia Terme a Reggio Calabria: un prezzo da pagare per un lavoro precario ma che ha restituito un romanzo “corale, un racconto nel racconto”.

Giacomo, raccontaci come nasce il libro. 

L’idea è nata in un periodo particolarmente faticoso. Ero uno dei tanti precari della scuola e viaggiavo da Lamezia Terme a Reggio Calabria in treno per raggiungere l’istituto in cui insegnavo. Raggiungevo il parcheggio della stazione centrale di Lamezia Terme prima dell’alba. Qui vi era, credo vi sia ancora, una vecchia locomotiva in disuso di cui ero affascinato. Era come una sorta di catalizzatore per la mia immaginazione, anche se nel romanzo non vi sono riferimenti ai treni. Sicuramente era l’atmosfera notturna a far sembrare tutto più misterioso… o forse il sonno! A tutto ciò bisogna addizionare un fremito interiore, il desiderio di trattare alcuni temi che ritengo importanti. Soprattutto il rapporto tra l’uomo e l’infinito, dove l’essere umano, naufrago nell’universo e nella storia, trova appiglio nella fede, sia essa riposta nella divinità o nella scienza. Mi spiego meglio, quando il pensiero indugia sul tempo trascorso e su quello futuro, per poi oltrepassare i confini terrestri fino a perdersi nell’universo, cambiando totalmente le proporzioni tra la mia individualità e il creato, mi sento assolutamente spaurito e confuso e solo aggrappandomi a ciò in cui credo ritrovo l’armonia interiore".     

 

Da Lamezia a Reggio Calabria ogni mattina per l’insegnamento. Cosa ricordi di quei viaggi quotidiani? 

"L’odore del caffè del bar della stazione. Le palpebre pesanti come sacchi di sabbia. Il freddo del primo mattino e il sollievo nell’entrare nei vagoni riscaldati dall’aria condizionata. Le lunghe discussioni, talvolta pacate e talvolta animose, tra le persone con cui condividevo il tragitto e di cui conservo un bel ricordo. La bellezza dei paesaggi, soprattutto nei tratti in cui il percorso si avvicinava alla costa ed era possibile vedere il mare. E infine il lungomare di Reggio Calabria, meraviglia che si circonda di stupore, un chilometro e mezzo circa di passeggiata tra bellezze architettoniche e tanto verde, il tutto ammirando la costa siciliana in cui svetta maestoso l’Etna".

 

Un romanzo fantasy. Una breve introduzione? 

"Nella presentazione, sulla quarta di copertina del libro, si parla di romanzo corale. In effetti i personaggi che animano la storia e le donano dinamicità sono diversi. Dai soldati della Fortezza Rossa ai saggi dell’Accademia, in molti partecipano attivamente alla narrazione. Tra tutti il capitano Luce Elamus, uomo che ha fatto della sua paura la ragione del suo coraggio, deve fare i conti con i propri tormenti interiori. Sono anni che gli artigli dei Sei Domini, l’impero del Numinerede, graffiano i confini di Esirmatel, bramosi delle sue terre e delle sue città. Richiamato nella capitale Delemas per presentarsi al cospetto di re Phelian e del Consiglio del Trono d’Ebano, Luce potrà ritrovare Namoe, l’amata moglie, che intanto sta concludendo gli studi da apprendista nell’Accademia dei Rafhota. Delemas, con i suoi complotti, risulterà un luogo pericoloso tanto quanto il campo di battaglia e i due saranno coinvolti nei suoi intrighi mentre la guida del regno si scoprirà fragile come cristallo".  

 

Stai già lavorando o pensando ad un prossimo progetto? 

"Sì, sto scrivendo un seguito, ma siamo ancora alle prime pagine. Credo di essermi affezionato ad alcuni dei personaggi e vorrei capire quale sarà l’epilogo della loro avventura"

 

Tu sei di Catanzaro ma vivi a Bergamo. Ci torni nella tua città? 

"Spesso. Mi mancano famiglia e mare e mentre il legame familiare è piuttosto scontato, dato che sono stato fortunato ad avere genitori e parenti amabili e premurosi, quello con il mare l’ho scoperto solo dopo essermi “circondato di terra”, smarrendo così i confini, i limiti che in un certo modo danno conforto, come le mura di casa"


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