
Catanzaro-Avellino, chiuse indagini. Rondinelli: "Gravi contestazioni rispetto ad intercettazioni"
Lunedì 02 Ottobre 2017 16:16 di Redazione WebOggi.it
E’ arrivato l’avviso di conclusione delle indagini relative alla presunta combine tra Catanzaro e Avellino nel match disputato lo scorso 5 maggio 2013 al Ceravolo e concluso 1-0 per i campani. Dall’inchiesta Money Gate, per cui è finito agli arresti l’ex presidente del Catanzaro, Giuseppe Cosentino, assieme alla figlia Ambra, sarebbero emerse intercettazioni riguardo ad una partita combinata sullo 0-0, cosa che poi non si è realmente verificata. La Procura Federale ha ascoltato le parti delle due società tra dirigenti e calciatori ed oggi ha notificato la chiusura delle indagini ai soggetti interessati. Ora gli avvocati avranno 20 giorni per preparare la memoria difensiva. Il Procuratore federale ed il sostituto Procuratore al termine delle indagini svolte contestano una responsabilità diretta delle persone coinvolte e delle due società per la gara Catanzaro – Avellino, e nello specifico a Walter Taccone, Presidente dell’U.S. Avellino 1912 s.r.l., a Vincenzo De Vito, Direttore Sportivo dell’U.S. Avellino 1912 s.r.l., a Giuseppe Cosentino, Presidente del Catanzaro Calcio 2011 s.r.l., ad Armando Ortoli, Direttore Sportivo del Catanzaro Calcio 2011 s.r.l. e ad Andrea Russotto, ex calciatore del Catanzaro Calcio s.r.l., che hanno violato l’art. 7 co. 1, 2 e 5 del C.G.S., per aver tutti, in concorso tra loro e con altri soggetti allo stato non identificati, posto in essere atti diretti ad alterare il regolare svolgimento e il conseguente risultato finale della gara Catanzaro-Avellino, in modo che la stessa terminasse con un risultato di parità allo scopo di assicurare ad ambedue le squadre un vantaggio in classifica (con il pari il Catanzaro Calcio 2011 s.r.l. avrebbe aritmeticamente conservato la categoria senza necessità di dover disputare la coda dei playout, mentre, lo U.S. Avellino 1912 s.r.l. sarebbe rimasto in corsa per la promozione in Serie B) e non riuscendovi, nel concreto, sol perché, a dispetto delle “intese” intercorse e in ragione dei concomitanti risultati maturandi dalle altre squadre concorrenti per la promozione, lo U.S. Avellino 1912 s.r.l., in corso di gara, decise di far propria l’intera posta in palio.
L’indagine ha poi riguardato anche la rescissione del contratto stipulato fra il Catanzaro Calcio 2011 s.r.l. e l’allenatore Francesco Cozza. La Procura contesta a Giuseppe Cosentino e a Marco Pecora, rispettivamente, Presidente e Amministratore Delegato della società Catanzaro Calcio 2011 s.r.l. di aver tra loro, in violazione degli artt. 1 bis co. 1 e 8 co. 2 e 6 del C.G.S., risolvendo consensualmente il contratto che lo legava alla Società fino al 2015, mediante pagamento “in nero”.
Una dichiarazione arriva dall’avvocato Sabrina Rondinelli, legale difensore di Cosentino e del Catanzaro.
"Le contestazioni sia per il Catanzaro che per l'Avellino che per i soggetti coinvolti le ritengo molto gravi rispetto alle intercettazioni che li vedono coinvolti, ora ho richiesto gli atti e vedremo il da farsi per la migliore difesa, ma ci tengo ad evidenziare che il Catanzaro per capi di accusa simili due anni fa è stato prosciolto, essendo stata valutata la liceità sempre sia dell'ex Presidente Giuseppe Cosentino che del Catanzaro stesso, e questo non si potrà non tener conto anche questa volta".