La festa della musica è Jazz Fest a Catanzaro

Venerdì 07 Giugno 2019 09:30 di Redazione WebOggi.it

Il più antico festival cittadino - organizzato dalla cooperativa Atlandide e terzo per longevità in tutta la Calabria, dopo Roccella Jazz ed EcoJazz - è giunto alla sua diciannovesima edizione e, per la prima volta, celebra la Festa della Musica in un luogo simbolo del centro città, la storica Villa Margherita. L’intento è quello di creare un appuntamento fisso, che ogni anno si svolga a ridosso del 21 giugno, giorno della Festa della Musica e solstizio d’estate, in una location d’eccellenza, nel cuore di tutti i catanzaresi, nella convinzione che il capoluogo regionale debba esercitare il suo ruolo puntando principalmente sugli eventi culturali e sulla bellezza del suo patrimonio storico e paesaggistico, caratterizzandosi come città dell’accoglienza e dei servizi di qualità.

Il Catanzaro Jazz Fest, fin dalla sua nascita nel 1997, si è tenuto in luoghi insoliti e significativi, a partire dalla prima edizione in Galleria Mancuso, fino a quel momento mai utilizzata per eventi culturali e di spettacolo, per poi approdare allo storico Teatro Masciari, al Teatro Tenda, nei Musei San Giovanni e Marca, al Conservatorio, al Parco della Biodiversità, solo per citarne alcuni. Il festival ha sempre presentato artisti di livello internazionale, spesso per la prima volta in Calabria, insieme a giovani talenti italiani e calabresi, per dare il giusto risalto anche ai tanti musicisti che perseguono con passione una strada che spesso conduce fuori regione. Se tanti emigrano, alcuni tornano o scelgono la Calabria per vivere e lavorare. Questa edizione ospiterà, tra gli altri, il grande Ares Tavolazzi, un contrabbassista che ha attraversato decenni di musica italiana e internazionale, tra pop e jazz, insieme ad un chitarrista calabrese che ha lasciato da tempo la nostra regione; un pianista friulano, Claudio Cojaniz, che da cittadino del mondo ha scelto di vivere a Roccella Jonica; un violinista lombardo che insegna al Conservatorio di Cosenza. 

Si inizia mercoledì 19 giugno col duo Boris Savoldelli & Stefano Zeni (voce, violino e live electronics), una formazione insolita e di grande effetto, che il giorno dopo il concerto terrà un seminario su “Improvvisazione ed elettronica” (giovedì 20 giugno alle ore 17, Villa Margherita), pensato per incuriosire un pubblico più giovane. Quattro sono le corde che generano il suono del violino e due le corde vocali che riproducono il suono della voce. Ciò a cui si assisterà è un concerto unico, dove la purezza del suono acustico incontra l'incognita dell'elettronica; dove le grandi melodie che hanno definito i diversi linguaggi della musica si scontrano con l'improvvisazione spontanea.

Non solo jazz... ma un vero vortice di musica. Due interpreti moderni e dissacranti che rifiutano ogni etichetta per dare vita a un incontro musicale stimolante e affascinante. L'ascoltatore sarà cullato con splendide melodie immortali e, subito dopo, fatto precipitare nel vortice dell'improvvisazione più ardita e spigolosa. Un concerto sicuramente originale. Un'esperienza musicale diversa e unica.

Giovedì 20 giugno sarà la volta di Ares Tavolazzi Trio (A. Tavolazzi contrabbasso, Joy De Vito chitarra, Piero Borri batteria), storico contrabbassista di celebri formazioni della musica italiana e internazionale, tra cui la PFM, Francesco Guccini, Lucio Battisti, Mina, Paolo Conte, gli Area, che ha registrato album, tra gli altri, con Lee Konitz, Massimo Urbani, Enrico Pieranunzi, Vinicio Capossela, Max Roach, Stefano Bollani, Gianluca Petrella, alcuni dei quali ospiti di passate edizioni del CJF. Un trio composto da tre generazioni di musicisti che si incontrano per dar vita ad un progetto esclusivo. Dialogo ed interplay, le due colonne portanti della band, sostengono un sound capace di essere incisivo e vigoroso, ma anche morbido e rarefatto. A brani del geniale Monk si alterneranno struggenti ballads e composizioni originali, una sorta di viaggio nello spazio e nel tempo, tra America e Nord Europa, tra tradizione e modernità.

Nel giorno della Festa della Musica, il 21 giugno, il CJF si concluderà col trio di Claudio Cojaniz (C. Cojaniz pianoforte, Fulvio Buccafusco contrabbasso, Carmelo Graceffa batteria) uno dei più grandi interpreti al mondo di Thelonious Monk, che presenterà il suo progetto originale Coj & Afroblue Trio, un’escursione bluesy nel vasto mondo dell'antica cultura africana, evocazione di nenie e danze, preghiere e canti sacri, a cui ci si accosta con grande rispetto e devozione. Non si rifà il verso, ma si reinterpretano le atmosfere personalmente vissute tra i suonatori di Kora nel Mali, nei canti del Kilimanjaro, nelle danze Zulu, nelle preghiere del Niger e nelle invocazioni del Botswana.

Un festival musicalmente senza fissa dimora che forse ha trovato casa, con un pensiero fisso che risuonerà anche per il futuro: 

Il Jazz sta all’improvvisazione come la democrazia sta alla libertà


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