SANITA', Tallini su nomina Cotticelli: "è la certificazione del fallimento del regime commissariale in Calabria"

Lunedì 10 Dicembre 2018 18:51 di Redazione WebOggi.it

Riceviamo e pubblichiamo una nota a firma di Domenico Tallini, Consigliere Regionale Forza Italia.

 

"La sostituzione dell’ing. Scura con il generale dei carabinieri Cotticelli è la certificazione del fallimento del regime commissariale per l’attuazione del piano di rientro del debito sanitario in Calabria. I tecnici non sempre sono migliori della politica. Rispetto a quando la figura del commissario coincideva con il presidente della Regione, i debiti non solo non sono diminuiti, ma addirittura sono aumentati.

Se poi aggiungiamo che la qualità dei servizi sanitari appare peggiorata, diventa non esagerata l’immagine di “stato di calamità” evocata tempo fa dal segretario regionale dell’Anaao-Assomed, dottor Filippo Maria Larussa, che ringrazio per l’attenzione dedicata alla mia riflessione sulla nomina del generale Cotticelli.

Il disavanzo ha toccato nell’era Scura i 102 milioni di euro, una cifra praticamente insostenibile e che è stata ripianata solo spremendo tutto quello che era possibile spremere dalla fiscalità regionale.

Allora bisogna riflettere con serietà e in maniera approfondita sul rapporto tra la politica e il sistema sanitario pubblico, questione molto scottante in Calabria in quanto tocca da vicino i bisogni più sentiti dalla gente.

C’è bisogno di un rapporto nuovo, di una politica che non rinunci al suo ruolo, ma che rispetti profondamente le professionalità e la meritocrazia.

Se la nomina del generale Cotticelli è una bocciatura per il regime commissariale, non c’è dubbio che il peggioramento della qualità del servizio sia tutta ascrivibile al Governo regionaleE’ il presidente della Regione che nomina i direttori generali e, a cascata, i direttori amministrativi e sanitari delle Aziende ospedaliere pubbliche.

Aziende che presentano il loro bilancio in rosso non solo per quanto riguarda i conti, ma anche per l’inefficienza e la scarsa qualità dei servizi, causa principale della massiccia emigrazione sanitaria verso altre realtà del centro-nord.

La sanità calabrese ha bisogno di scelte nette. Dubitiamo che possa farle un presidente che si è rivelato peggiore di tutti i suoi predecessori e più di ogni altro sensibile alle logiche spartitorie.

La prima scelta, in un regime normale, dovrebbe essere l’azzeramento di tutti i management responsabili dello “stato di calamità” evocato dal dottor Larussa. La legge Madia parla chiaro: i manager che non raggiungono gli obiettivi decadono anche dall’albo nazionale. In Calabria invece i manager che falliscono vengono addirittura premiati e riconfermati.

Una selezione più rigida potrebbe consentire alla politica di sbagliare di meno o, meglio, di compiere le scelte migliori sulla base di curriculum ineccepibili.

In Lombardia, tanto per fare un esempio, su 235 domande pervenute alla Regione ne sono state selezionate 100 da una commissione scientifica di altissimo livello. All’interno di questa lista qualificata, il presidente Fontana potrà fare le sue scelte politiche.

La seconda scelta potrebbe essere l’introduzione di un nuovo e più stringente sistema di valutazione delle performance delle Azienda sanitarie. In Toscana, che è la Regione dove la sanità funziona meglio, è stato istituito il Laboratorio Management e Sanità, in collaborazione con l’Università Sant’Anna di Pisa.

Da noi sarebbe uno strumento fondamentale e mi auguro che il futuro Governatore lo possa realizzare.

E’ bene che il dibattito sul futuro della sanità calabrese si alimenti e non diventi, tra qualche mese, solo terreno di scontro elettorale. Su una cosa, credo, siamo tutti d’accordo: bisogna al più presto voltare pagina".

 


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