Mirarchi a Polimeni: non mi capacito di come si faccia di tutto per scavalcarmi e addirittura esautorarmi

Lunedì 03 Dicembre 2018 08:21 di Redazione WebOggi.it

“Nessuno Tocchi Caino è una Ong che si batte contro la pena di morte, pur se applicata ai peggiori farabutti della terra e per punire orrendi reati. Un invidiabile livello di tutela che se fosse mutuata, seppur in modo figurato, dalla politica consentirebbe di far coesistere serenamente varie sensibilità all’interno di un partito o uno schieramento, permettendo alle sue diverse anime di lavorare proficuamente nell’esclusivo interesse dei cittadini. E invece no. Non è così, perché c’è chi gira filmini e fa passerella, guardandosi però bene dallo sporcarsi le scarpe nel fango come me per cercare di risolvere problemi seri e soprattutto con situazione di pericolo (vedi foto allegate), impegnato in una campagna elettorale permanente che spende anche parte del proprio tempo per screditare quanti si impegnano in favore delle persone umili e senza Santi in Paradiso. Peccato davvero, accada questo”. Ecco come ha iniziato il durissimo J’accuse contro i dirigenti e le figure apicali della lista di cui fa parte ilpresidente della commissione consiliare Urbanistica, Patrimonio, Polizia urbana, Mobilità e Traffico e consigliere comunale di Catanzaro da Vivere Antonio Mirarchi. Motivo di tale virulenta intemerata, portata per mezzo di una nota stampa in cui viene esternato il malessere accumulato, l’iniziativa del presidente della civica assise e collega di partito Marco Polimeni che ha incontrato gli esercenti di una parte della città per discutere di viabilità - in modo da favorire le varie attività commerciali - senza consultare, se non ancor meglio coinvolgere, Mirarchi in ragione del ruolo ricoperto. “Non mi capacito – ha proseguito inviperito il consigliere – di come si faccia di tutto per scavalcarmi e addirittura esautorarmi, essendo io un personaggio scomodo e non omologato alla rigida disciplina di scuderia. Ebbene si sappia, semmai ce ne fosse la necessità, che io ho un certo stile, per così definirlo, di fare politica. Una maniera che è sempre uguale: dare ascolto alla povera gente. E non parlo solo degli indigenti, ma anche di coloro che hanno un problema grave. Una questione che merita di essere affrontata e possibilmente risolta in un periodo congruo. Altro che ragionamenti e accordi a oltranza sulle cariche e le postazioni da occupare. E non mi si contesti che io sia polemico a prescindere, persino incapace di fare squadra, perché non è assolutamente vero. Tutti si sono resi conto, capendolo alla perfezione, come il sottoscritto insorga quando assiste a un palese, colpevole, disinteresse nei confronti di istanze che non blandiscono questa o quella porzione dell’elettorato bensì una parte indiscriminata della cittadinanza. Certo, non nego il mio forte legame con la zona in cui vivo ora e sono cresciuto ma mai a scapito delle altre”. Mirarchi non ha evidentemente gradito (eufemismo!) l’ennesima delegittimazione subìta in barba a ogni logica di lista e di coalizione, fatto che ha commentato così: “Hanno commesso un errore madornale. Mi hanno fatto un invitante assist per essere ulteriormente una voce fuori dal coro e io nella lunga e direi discreta carriera da calciatore mai ho sbagliato gol propiziati da passaggi tanto allettanti. E mi spiace anche parecchio, tuttavia adesso la misura è colma e di conseguenza, mi determinerò nei prossimi consigli comunali su ogni singola pratica sottoposta al mio voto. Scelgo allora di rispondere, malgrado lo faccia alla vecchia maniera ovvero senza selfie e video-spot come va di moda attualmente. Fa niente, considerato che c’è chi è molto glamour e chi assai meno. Lo so. Io però preferisco la sostanza e stavolta do ragione all’opposizione, che nella circostanza mi ha peraltro anticipato nel muovere la critica della mancanza di unità in maggioranza come del resto fu quando sollevai un vespaio per non aver espresso parere su una pratica da portare in consiglio qualche mese fa. Un atteggiamento dovuto al fatto che mi era pervenuta qualche ora prima che si svolgesse il consiglio comunale e quindi troppo tardi, tanto fino al punto di privare la mia Commissione di un lasso di tempo adeguato per formulare un parere. A riguardo mi meraviglio pure delle orecchie da mercante da parte del presidente del consiglio, rispetto a quanto ho dichiarato e fatto mettere a verbale in conferenza dei capigruppo relativamente all’avviso di non essere più ignorato in merito alla pratiche di mia competenza. Mi riferisco all’omissione degli inviti a talune riunioni o addirittura ad appuntamenti come il tour, lo definisco tale, per i negozi del centro storico o di qualsiasi area di Catanzaro. È insomma giunto il momento – ha affermato ancora il consigliere – di dire basta; di non accettare dati comportamenti, evidentemente sbagliati. In caso contrario, penso che le cose andrebbero peggio e non sarebbe giusto”. L’ultima parte del comunicato di Mirarchi contiene un appello rivolto direttamente alla figura oggetto della reprimenda (Polimeni, ndr): “Attendo dal giovane presidente scuse formali e dai maggiorenti della nostra parte una netta presa di posizione in mio favore, pur se la sortita nei negozi fosse scaturita da una richiesta pervenuta dal sindaco Sergio Abramo che nell’occasione avrebbe dovuto riferirsi anche, se non unicamente, a me trattandosi di una questione inerente alla Viabilità. Io, è risaputo, non vivo di politica, ma ne sono un patito nella forma e misura in cui per suo tramite si riesca ad aiutare le fasce deboli della comunità, compresi i commercianti in difficoltà a cui renderò visita a breve. Approfitto quindi per render noto che non me ne starò zitto e buono, soprattutto se qualcuno dovesse prendersi il lusso di rispondermi invece, lo ripeto, di far ammenda per una marchiana mancanza di rispetto e, se mi consentite, di garbo istituzionale nei miei confronti”.

 

Antonio Mirarchi, Presidente della Commissione ConsiliareUrbanistica, Patrimonio, Polizia urbana, Mobilità e Traffico e Consigliere Comunale di Catanzaro da Vivere.

 


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