Il consigliere regionale Pedà in Commissione Sanità: “istituire l’osservatorio regionale per la sclerosi multipla”

Mercoledì 12 Dicembre 2018 07:25 di Redazione WebOggi.it

Istituire un osservatorio regionale che serva a monitorare l’applicazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale (PDTA) per la sclerosi multipla e a raccogliere quanti più dati possibili sulla reale situazione di questa patologia. È quanto emerso ieri dall’audizione in Terza Commissione Sanità del coordinatore dell’AISM Calabria e dei direttori delle ASP provinciali, i quali hanno avuto modo di esternare le diverse problematiche territoriali che non hanno ancora trovato risposte. In primis, la necessità di garantire uniformità di cure in tutta la regione. 

La proposta è stata avallata dal consigliere Giuseppe Pedà che ha inoltre evidenziato l’opportunità che le persone con SM, costrette ad un carico di terapie importanti, possano spostarsi usufruendo di un trasporto pubblico che sia adeguato alle loro esigenze e abbiano la possibilità di servirsi di centri riabilitativi prossimi ai luoghi di residenza e non distanti centinaia di chilometri.Durante i lavori, Pedà ha evidenziato un'altra grave lacuna regionale: la mancanza di un reparto di neuropsichiatria infantile.

Dai confronti dei dati delle indagini ministeriali con i dati clinici si è giunti alla conclusione che in Calabria mancano ben 8mila diagnosi di DSA, ciò vuol dire che la nostra regione è all’ultimo posto per rilevazione.

Fondamentale, inoltre, avere un coordinamento regionale per uniformare le procedure sul territorio e implementare la formazione, soprattutto tra gli insegnanti, per rispondere ai vari tipi di esigenze e stabilire percorsi clinici con le scuole. Nell’evidenziare il problema sia dell’attuazione che della standardizzazione di un protocollo unico, il consigliere Pedà ha auspicato che l’ufficio scolastico regionale “dia impulso a tutti i dirigenti scolastici e, a cascata, agli insegnati per poter attuare i contenuti delle linee guida” rimarcando “la necessità impellente di rilanciare e portare avanti la battaglia già avviata dal Garante per l’Infanzia, Antonio Marziale sul reparto di neuropsichiatria infantile: una gravissima mancanza che lede i diritti fondamentali dei minori”.


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