La crisi del bingo, il gioco che rende giovani

Mercoledì 23 Gennaio 2019 08:53 di Redazione WebOggi.it

Chissà se, prima o poi, quando andremo dal medico per una ricetta o in farmacia per chiedere un energizzante, insieme alle medicine e alle Sali minerali non ci verrà prescritto anche un po’ di gioco. Ma non di quelli da attività fisica, che pure fa benissimo a muscoli e cervello. Ma un po’ di bingo.

 

Lo dicono ricerche e studi di settore, oltre che tante testimonianze di numerosi appassionati, hanno messo in risalto le funzioni terapeutiche del bingo: passatempi simili mantengono le menti giovani, aiutano a restare lucidi e, specialmente in età avanzata, contribuiscono a creare legami personali e a combattere la solitudine. Il bingo non è di certo quello che comunemente viene etichettato come gioco di abilità, ma le sue procedure, il suo funzionamento e le diverse tattiche, richiedono un grado di attenzione non indifferente e sicuramente maggiore rispetto agli altri giochi d’azzardo come slot o video poker.

 

Chiedete, per averne una prova, alla regina Elisabetta. Classe 1926, celebrata sui social network come la più longeva, per non dire antica, delle donne sulla faccia della terra. Ebbene sua Altezza Reale, dall’alto dei suoi 90 anni, ha le palline numerate come segreto di giovinezza. E che questo sia il gioco preferito dalle celebrità non è di certo nuovo: da Paris Hilton a Madonna, passando per Mariah Carey, Catherine Zeta Jones e Robin Williams.

 

Non sarà famosissima ma merita una menzione anche un’altra signora inglese, Lydia Clark, che per sua stessa ammissione è riuscita a festeggiare i 100 anni proprio grazie al bingo. E il giorno del suo compleanno gran parte degli invitati erano proprio amici di sala, conosciuti nelle partite a Londra.

 

Cerchiamo di capire però in che modo questo gioco mantenga la mente attiva, allenata e lucida. Attraverso il bingo gli anziani possono, dicono gli esperti, passare del tempo in maniera piacevole, socializzando, uscendo dalle catene della solitudine a cui spesso sono vincolati. Inoltre, l’attenzione e concentrazione richiesta dal gioco costringono il giocatore a tenere alto il controllo, a far lavorare le meningi, a restare lucidi, combattendo così il sopraggiungere di disturbi cognitivi o mnemonici. Un fattore determinante è anche una sostanza chimica prodotta dal cervello quando si gioca, l’adrenalina, che in coppia al divertimento e alla piacevolezza della situazione mantengono il sistema nervoso in forma.

 

Nonostante questo il settore del Bingo italiano è sempre più in crisi. Un paio di numeri per fotografare la situazione: a Bari erano 7 le sale dedicate nel 2003, oggi sono solo 2; a Milano 12 e oggi 8; a Imperia, in Liguria, 2 e oggi invece 0. Dietro tutto questo ci sono gli altissimi costi di gestione e dei locali, più tutti quelli dell’indotto: imprese di pulizia, tecnici impiantistica, tecnici della manutenzione tecnologica, cancelleria, consulenti fiscali, del lavoro e legali. Con spese sempre più alte e tassazione sempre più opprimente, come testimonia il Decreto Dignità varato dal Governo Conte. Così chiudere diventa l’unica soluzione possibile. Anche se il bingo rende giovani.


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