Fattura elettronica, Codacons: “Costi scaricati sui clienti” , l' Associazione offre una guida per aiutare al passaggio alla fatturazione elettronica

Domenica 03 Febbraio 2019 16:33 di Redazione WebOggi.it

Da circa un mese è diventata obbligatoria la fattura elettronica tra privati. E, come spesso accade, in molti sono finiti nei guai mentre qualcuno ha subito pensato di scaricare sui clienti i nuovi costi. Si sono registrati problemi sia per quanto riguarda sia l’adeguamento fiscale che quello informatico. Per orientarsi in questa giungla tecnologica il Codacons prova a far chiarezza sugli interventi tecnologici per essere in regola ed evitare sanzioni.

Innanzitutto chi deve adeguarsi alla “e-fattura” - sostiene Alessandro Tigani, Direttore del dipartimento Sicurezza Informatica del Codacons. Per quanto riguarda la fatturazione alla pubblica amministrazione, nulla è cambiato. Ciò che è cambiato è il nuovo obbligo generalizzato per tutti i contribuenti. Importante è poi distinguere chi sia esonerato.

Sono esonerati i contribuenti che aderiscono al regime forfettario (ex regime minimi), esercenti ed artigiani che operano solo con i consumatori ed emettono solo scontrini e ricevute; gli agricoltori a regime speciale e le associazioni sportive senza scopo di lucro che svolgono attività dilettantistiche. Attenzione - precisa il Prof. Tigani - esonero non significa che il contribuente non possa comunque adeguarsi per questioni di comodità e per aver la possibilità di ricevere la fattura fornendo il proprio codice destinatario o indirizzo pec.

 

Per le prestazioni sanitarie, non si parla di esonero ma di divieto alla fatturazione elettronica, nel caso in cui i dati del paziente che riceve la prestazione vengano inviati al sistema Tessera Sanitaria. In questo caso la fattura dev’essere cartacea, negli altri casi, dove non è previsto l’invio dei dati del paziente al sistema T.S., la fattura deve essere elettronica.

Per quanto riguarda l’adeguamento tecnico - prosegue Tigani - è doveroso premettere come funziona il sistema. Tutte le fatture emesse dovranno essere inviate al sistema di interscambio che poi provvederà a inoltrarle all’Agenzia delle Entrate.

Il sistema di interscambio accetta solo le fatture codificate in un formato comune a tutti i software gestionali e di fatturazione, comprese le soluzioni in cloud. Il formato utilizzato è XML, e questo, prima dell’invio, deve essere firmato digitalmente per attestarne l’autenticità.

Il sistema di interscambio non riconosce più il contribuente dalla partita Iva ma da un codice alfanumerico chiamato “codice destinatario” che viene fornito dall’Agenzia delle Entrate nel momento dell’iscrizione sul portale. Questo meccanismo può essere automatizzato, da chi non ha mai utilizzato nessun software di fatturazione specifico, con una spesa di pochi euro annui servendosi di soluzioni in cloud. Il sistema, al momento dell’iscrizione, genera il proprio codice destinatario da inserire ed associare alla pec nella sezione “Cassetto Fiscale” sul portale dell’Agenzia delle Entrate. Da questo punto in poi, sarà semplice fatturare collegandosi al portale che creerà la fattura in formato XML, la firmerà digitalmente e la invierà al sistema di interscambio, sicché non resterà che compilare la fattura, seguendo la procedura guidata, ed inviarla al destinatario, previa conoscenza del suo codice destinatario o indirizzo pec.

Discorso diverso per chi già utilizza un gestionale o software di fatturazione. Qui sarà la casa madre a dover aggiornare il programma almeno per permettere la creazione del solo file XML. In questi giorni però la confusione regna sovrana tra società che fanno pagare l’aggiornamento solo per la creazione del file di interscambio e quelle che non aggiornano nulla, fino a quelle che pretendono un canone periodico, per un determinato numero di fatture inviabili.

Invito tutti - prosegue il Prof. Tigani - a rivolgersi al proprio fornitore del software per valutare i costi a cui si andrà incontro, tenendo a mente che un programma di fatturazione deve avere, almeno, questi requisiti: Creazione del file di interscambio XML a partire da ogni singola fattura; Memorizzazione del numero incrementale della fattura digitale, che non è necessariamente identico al numero incrementale della fattura cartacea; Sistema di memorizzazione per 10 anni sia delle fatture cartacee sia elettroniche (il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate non ha obbligo di conservazione).

Queste caratteristiche devono essere comprese nel canone annuo o nella soluzione una tantum. Diffidate da chi fa pagare ulteriori canoni per queste caratteristiche - prosegue Tigani. Discorso diverso vale per la firma e l’invio dell’XML al sistema di interscambio. Qui la maggior parte delle software house fanno pagare un canone annuo, che parte da 20 per arrivare a 50 euro per l’invio di pacchetti di 500 o 1.000 fatture. Ricordo che l’automatizzazione dell’invio non è obbligatoria e può essere fatta manualmente nella sezione “Cassetto Fiscale” sul portale dell’Agenzia delle Entrate. Alla fine il rischio è che questi costi aggiuntivi per l’emissione dell’e-fattura – sostiene Francesco Di Lieto, vicepresidente nazionale del Codacons – saranno scaricati sui clienti finali, attraverso un incremento di prezzi e tariffe. Allo scopo di stroncare sul nascere fenomeni speculativi, il Codacons ha già presentato un esposto per accertare ogni eventuale abuso.


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