Liberaidee, la ricerca sociale che fotografa la percezione delle mafie oggi all'UMG

Martedì 15 Gennaio 2019 18:24 di Isabella Pesce

La fotografia sulla percezione e presenza delle mafie e della corruzione in Calabria è stata scattata da Libera e presentata questa mattina, presso il Dipartimento Sc. Giuridiche Economiche e Sociali dell’ Università degli studi della “Magna Grecia”, da Don Ennio Stamile e Umberto Ferrari. LiberaIdee, una ricerca sociale, che ora verrà diffusa nel corso della carovana Idee in Viaggio, dal 18 al 25 gennaio, attraverso una serie di eventi in tutte le province calabresi.

 

Il campione, composto mediamente in prevalenza da giovani, offre una fotografia rispetto alla percezione dei fenomeni criminali e della partecipazione alla vita sociale.

 

Politica. Rispetto all’auto-collocazione politica dei rispondenti in Calabria si evidenzia una prevalenza di coloro che non si riconoscono nella tradizionale ripartizione tra destra e sinistra (48,6%), soprattutto nelle fasce giovanili,  a seguire coloro che si dichiarano appartenenti al centro-sinistra (39,3%).

 

Emerge con forza una concezione della politica come di una sfera “altra” rispetto al proprio vissuto quotidiano, un tema sul quale ci si informa ma senza partecipazione diretta: soltanto il 13,8% dei rispondenti si ritiene politicamente impegnato, mentre il 50,7% dice di tenersi informato ma senza partecipare. Il 22,3% dichiara che la politica non gli interessa o che genera disgusto.

 

Partecipazione, associazionismo. Per quanto riguarda il tema della partecipazione e associazionismo circa un rispondente su due non aderisce ad alcuna associazione, mentre la maggior parte degli associati dedica il suo tempo soltanto a uno specifico gruppo. Tra questi, prevalgono quelli di impegno civile (32,7%), di volontariato sociale (27,4%) e culturali (25,9%).

 

Da evidenziare che i rispondenti calabresi dichiarano in misura nettamente superiore alla media nazionale di partecipare ad attività di varia natura su mafia e antimafia, sia con continuità (27%) sia sporadicamente (61,9%).

 

Mafie. Il fenomeno mafioso è percepito da tre intervistati su quattro come un fenomeno globale, mentre di fatto quasi nessuno ritiene che i gruppi mafiosi siano presenti solo nel Sud del paese.

 

Rispetto al campione nazionale, quello calabrese si distingue per un’affermazione molto netta della mafia come fenomeno preoccupante e socialmente pericoloso (76,4% contro il 38% nazionale). Molto ridotta invece la percentuale di coloro che considerano marginale il ruolo della mafia nel luogo di residenza; tra questi, vi sono soprattutto i rispondenti giovanissimi (meno di 18 anni), i quali tendono inoltre in misura superiore alla media a minimizzare la pericolosità sociale dei gruppi mafiosi.

 

Secondo i rispondenti, tra le attività principali della mafia in Calabria vi sono il traffico di stupefacenti (63,3%) e l’estorsione, quest’ultima segnalata in misura molto più rilevante rispetto al campione nazionale (55,4% a fronte del 23,8%), così come la compravendita di voti è indicata in misura doppia rispetto del campione nazionale (22,5% a fronte dell’11,3%).

 

L’ampia gamma di attività attribuita alle mafie corrisponde al riconoscimento di una loro peculiarità rispetto alla criminalità comune, che tuttavia appare leggermente inferiore rispetto al campione nazionale. A non percepire la differenza tra i due fenomeni sono soprattutto i giovani e gli adulti under 40.

 

Tra i fattori sociali considerati rilevanti per l’adesione a gruppi mafiosi spiccano da un lato il ruolo della famiglia e del contesto di riferimento, dall’altro l’assenza di istituzioni e di una cultura diffusa della legalità. In Calabria, con percentuali decisamente più elevate della media nazionale, è la ricerca di prestigio e potere uno dei fattori che inducono ad affiliarsi alle mafie.

 

La funzione attribuita alla memoria delle vittime di mafia è prevalentemente quella di esempio per le nuove generazioni; da sottolineare che il ruolo di promozione del riscatto sociale del Sud è indicato in Calabria in misura doppia rispetto al dato nazionale.

 

Beni confiscati. Per quanto riguarda i beni confiscati, nella maggior parte dei casi – due rispondenti su tre nel campione nazionale, tre su quattro in quello calabrese – gli intervistati sanno che i beni vengono poi dati in uso per fini istituzionali o sociali.

 

La conoscenza di progetti di riutilizzo dei beni confiscati nella regione è molto diffusa tra i rispondenti calabresi rispetto al campione nazionale (63,4% a fronte del 33,2%).

 

Mafie straniere. Solo due intervistati su cinque ritengono che in Calabria vi sia la presenza di organizzazioni criminali di origine straniera con caratteristiche similari alle mafie tradizionali italiane, una quota decisamente inferiore rispetto a quella del campione nazionale.

 

In relazione al rapporto tra migrazioni irregolari e mafie, per oltre la metà dei rispondenti un ruolo prevalente è svolto dai gruppi mafiosi tradizionali italiani, una quota più elevata di quella nazionale.

 

Corruzione. La percezione della diffusione della corruzione in Calabria risulta molto più ampia rispetto al campione nazionale (93,6% a fronte dal 73,4%).

 

Quasi la metà dei rispondenti calabresi dichiara di conoscere personalmente o di aver conosciuto in passato qualcuno coinvolto in pratiche corruttive (aver ricevuto o aver offerto tangenti e/o favori indebiti): si tratta di una quota elevata, superiore a quella nazionale che è pari al 30,5%. La conoscenza diretta è più diffusa tra gli adulti e gli over 65.

 

Quali principali ragioni che spingono gli individui a non denunciare? Primariamente il timore per le conseguenze della denuncia e, in seconda battuta, la paura che l’intero sistema sia corrotto, compresi coloro che dovrebbero raccogliere la segnalazione, e la rassegnazione determinata da una presunta inutilità della denuncia.

 

A fronte di questo scenario, cosa può fare il comune cittadino per contrastare la corruzione? Tra le azioni considerate più efficaci vi sono in primo luogo la denuncia, quindi il rifiuto a sottostare a dinamiche corruttive, l’esercizio della preferenza elettorale in favore di candidati onesti e il boicottaggio delle aziende coinvolte in episodi di corruzione. I rispondenti calabresi, nel confronto con il campione nazionale, attribuiscono maggiore rilevanza in particolare al voto per candidati estranei a pratiche corruttive.

 

 

Tutta la documentazione è scaricabile sul sito internet di Libera Calabria, www.liberacalabria.it


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