Associazione studentesca Insieme sul caso Battisti: "Non si dia spazio a cattivi insegnamenti"

Venerdì 18 Gennaio 2019 17:55 di Redazione WebOggi.it

 

"Dopo anni di complicità e sostegni di diversa natura, si chiude la latitanza di Cesare Battisti, terrorista italiano, condannato a dodici anni di reclusione per banda armata e due ergastoli per la sua partecipazione a quattro omicidi, commessi durante gli anni di piombo. Un evento che non può che essere salutato positivamente da tutte le coscienze democratiche."

Si legge nel comunicato stampa diramato dai Rappresentanti degli studenti dell'Associazione studentesca “Insieme” dell' Università degli studi di Catanzaro.

"Eppure mentre ad Oristano si aprono le porte del carcere per il terrorista dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo), a Catanzaro, - continuano i rappresentanti degli studenti - proprio nella nostra Università, scoppia la polemica intorno alle assurde quanto provocatorie dichiarazioni rese alla stampa dal Dott. Caruso, docente a contratto nel Corso di sociologia, assegnista di ricerca, già deputato di Rifondazione Comunista.

 

È triste constatare che nel nostro Ateneo c’è chi sostenga l’impunità di Cesare Battisti, giustificando la propria presa di posizione, asserendo che la detenzione dell’ex latitante serva solo a “ripagare l'odio e il rancore di questi signori al governo”.

 

Ci chiediamo, come utenti e cittadini, quale insegnamento si possa dedurre per gli studenti di sociologia da simili affermazioni, se si considera l’arresto di Battisti, fatto ampiamente plaudito da tutte le cariche dello Stato senza distinzione di partito, come rancore politico e non come giustizia per le vittime.

 

 Riteniamo che il Dott. Caruso, così come ogni cittadino Italiano, abbia il diritto di esprimere liberamente le proprie idee, ma non possa esimersi dalle responsabilità delle dichiarazioni rese, nel rispetto dovuto al ruolo universitario che riveste, mettendo in primo piano il proprio compito accademico, ancor prima delle proprie ideologie politiche.

 

Chiediamo al Magnifico Rettore De Sarro e al coordinatore del corso di Sociologia, di salvaguardare e tutelare l’immagine della nostra Università che si richiama, per statuto e codice etico, al rispetto dei “diritti individuali”, crudelmente calpestati dalle ideologie dell’epoca.

 

Tali asserzioni, riprese da diverse testate giornalistiche, per estensione porterebbero all’impunità anche di soggetti, seppur condannati ma irreperibili per anni, accusati di crimini di guerra, di infanticidi, di femminicidio.

 

Ci pare inopportuno che un docente del dipartimento Giuridico, a sostegno di azioni terroristiche compiute alla fine degli anni settanta, mosse da una ideologia estremista che male intendeva l’idea di giustizia sociale, promuova l’impunità di un ex latitante condannato all’ergastolo, minimizzando il compito della Giurisprudenza e non volendo rendere giustizia agli innocenti che, in quegli anni, hanno pagato con il proprio sangue ideologie sbagliate.

 

Si eviti quindi di dare risalto, soprattutto nelle coscienze dei giovani, a cattivi insegnamenti che tanti errori hanno e continuano a provocare."

 


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